Catastrofi naturali, alle prede va peggio

Una catastrofe naturale rende una popolazione di prede ancora più vulnerabile agli attacchi dei predatori. Lo dimostra uno studio effettuato dai biologi dell’Università della California e della Washington University di St.Louis e pubblicato su Nature, che integra due aree di ricerca: gli effetti di un evento naturale sulla struttura di una comunità e gli effetti di una specie predatrice sui livelli più bassi della catena alimentare. Nel 1997, i ricercatori hanno introdotto in alcune isole minori dell’arcipelago delle Bahamas una popolazione di grandi lucertole della specie ‘dalla coda riccia’ che si nutre di una popolazione di piccole lucertole locali, le anole marroni. Hanno quindi constatato che in poco tempo il numero di anole si era ridotto notevolmente rispetto alle località in cui non era stata introdotta la specie predatrice. Nel 1999, però, gli esperimenti sono stati interrotti dal sopraggiungere dell’uragano Floyd che ha alterato gli equilibri dell’ambiente: due mesi dopo infatti la popolazione di anole si era ridotta ulteriormente rispetto ai livelli raggiunti prima del passaggio di Floyd. Un anno dopo il numero delle ‘coda riccia’ era ritornato ai livelli originari, ma quello delle anole si era ridotto drasticamente. (a.c.)

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