Cercatori di dinosauri

Christopher McGowan
The Dragon Seekers. How an Extraordinary Circle of Fossilists Discovered the Dinosaurs and Paved the Way for Darwin
Perseus Publishing, 2001
pp.254, 26.48 euro

Il nostro pianeta non è sempre stato come lo conosciamo: la Terra, ha un passato, una storia. Che vale la pena essere raccontata. La paleontologia ha anche questo compito: trovare dei personaggi per questa storia. Chi invece scrive di storia della paleontologia, fa rivivere dei personaggi di un altro passato più recente, quello della scienza e della società.Già il titolo di questo volume allude a questo doppio binario: “The Dragon Seekers”. Ci sono i protagonisti di un passato remoto, i draghi (cioè i dinosauri), e i personaggi della storia recente, i cacciatori di draghi. Inutile sottolineare quanto entrambi siano lontani da noi.La storia che ci racconta McGowan è infatti quella di un pugno di personaggi che nella prima metà dell’Ottocento hanno trovato le tracce di un mondo lontano popolato di strane creature di dimensioni enormi: i dinosauri.La storia si svolge in Gran Bretagna, ma lo scenario cambia spesso: le spiagge di Lyme Regis sulla Manica, l’università di Oxford, il fumo di Londra, oltre a diverse umide località della campagna inglese.

Diversi sono anche i protagonisti umani della storia: dal grande professore universitario al medico di campagna, dal naturalista dilettante al commerciante di fossili. Tutti loro hanno contribuito a creare il mito dei dinosauri, che ancora oggi riscuotono grandi successi in tutto il mondo.La loro relazione con la specie umana inizia d’altra parte da una leggenda. Per secoli si erano ritrovate ossa enormi la cui appartenenza era ignota, creando il mito dei giganti che in altre epoche avrebbero popolato i continenti. Di questi fossili, alcuni effettivamente appartennero ai dinosauri, ma solo in tempi recenti, grazie all’anatomia comparata, sono stati riconosciuti come tali.

La prima a ritrovare un dinosauro e ad attribuirlo correttamente ad un organismo nuovo fu Mary Anning, una donna di estrazione sociale molto bassa. Nonostante la sua grande cultura, l’accademia inglese non le tributò mai il giusto riconoscimento, ma fu lei che nel 1811, all’età di soli dodici anni, portò alla luce il primo ittiosauro, un flessuoso animale acquatico che ricorda un delfino. Per quanto mai nominata nei documenti ufficiali, la Anning fu sicuramente personaggio importante per la paleontologia inglese. Con lei ebbero numerosi e proficui contatti William Buckland, Gideon Mantell e William Conybeare, i più importanti geopaleontologi inglesi fino agli anni Trenta dell’Ottocento. In particolare, Buckland è uno dei personaggi centrali del volume. Autore di numerose scoperte paleontologiche di capitale importanza, interpretò questi ritrovamenti alla luce di una incrollabile fede cristiana, viziandone quindi la correttezza. La sua posizione accademica a Oxford lo rese però particolarmente influente, e le sue idee bibliche continuarono a circolare per lungo tempo. Il volume ne segue passo passo la biografia scientifica e non solo; d’altra parte la sua ombra si allunga su numerosi eventi e personaggi dell’ambiente culturale britannico.

La narrazione di McGowan ci restituisce quindi l’ambiente culturale inglese, con numerosi spaccati della società classista dell’epoca, in bilico tra tradizione e modernità. La ricostruzione storica è però poco sistematica, con un gusto per l’aneddoto che tradisce la formazione di scienziato piuttosto che di storico dell’autore, ma che al tempo stesso rende il volume di lettura godibile anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori. Particolarmente interessante è comunque il continuo confronto con il sapere scientifico odierno, che rende immediatamente chiara l’importanza di alcuni eventi scientifici dell’epoca, mostrando al contempo l’evoluzione del lavoro paleontologico sul campo. McGowan, paleontologo di professione, grazie a una scrittura scorrevole e poco accademica riesce benissimo nell’intento di rendere la sua passione per questa disciplina, che lo ha portato a interessarsi non solo ai protagonisti del mondo scomparso dei dinosauri, ma anche alla storia, ugualmente affascinante delle donne e degli uomini che questo passato hanno svelato. Vale la pena di raccontarle, entrambi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here