Chemioterapia in pillole

Impacchettando i principi attivi dei medicinali in un involucro di polimeri è possibile penetrare le cellule cancerogene, tra le più resistenti all’azione dei farmaci. Riducendo così anche gli effetti collaterali della chemioterapia. I risultati della ricerca condotta da un team di ricercatori della Utah University di Salt Lake City sono stati presentati all’American Chemical Society a San Diego. Le micelle pluroniche, così si chiamano gli involucri, sono “invisibili” per il nostro sistema immunitario e quindi riescono a spostarsi indisturbate nel sangue fino a raggiungere le cellule malate. “La nostra idea”, spiega Natalya Rapport, biogenetista all’ateneo americano, “è far si che un gruppo di micelle si raccolga intorno al tumore e poi, attraverso gli ultrasuoni, provocare delle lesioni temporanee alla membrana cellulare che le lascino passare all’interno”. In questo modo i principi attivi concentrano la loro azione solo sui tessuti malati, e non anche su quelli sani come avviene con la chemioterapia. Risultati confortanti – gli effetti negativi delle cure tradizionali vengono ridotti di dieci volte – sono stati ottenuti solo su animali da laboratorio. Bisognerà aspettare anni perché la scoperta possa essere applicata anche sull’essere umano.(a.c.)

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