Ci salveremo dal riscaldamento globale?

Andrea PincheraCi salveremo dal riscaldamento globale?Laterza, 2004pp. 188, euro 10,00Da un po’ di tempo a questa parte le temperature globali sono in crescita, sempre nuovi record vengono battuti, in un moltiplicarsi di anomalie e bizzarrie meteorologiche. È stata anomala, per esempio, l’estate del 2003, quando una bolla di caldo e siccità si è impossessata dell’Europa, provocando solo al settore agricolo danni stimati in oltre 10 miliardi di dollari e la morte di circa 21 mila persone (35 mila secondo altre stime), in Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Olanda, Gran Bretagna. I ghiacciai alpini si sono fusi due volte più velocemente rispetto al record precedente, e incendi hanno devastato le foreste europee. Contemporaneamente, in agosto, le acque del Mediterraneo hanno raggiunto temperature fino a 5-6 gradi sopra la media del periodo, con valori spesso oltre i 32 gradi, tanto da spingere alcuni giornali a parlare di “rischio uragani” (che in effetti si formano ai tropici quando le acque superano i 26 gradi). Quello attuale però non è il periodo più caldo nella storia della Terra. Durante la penultima fase interglaciale e poi di nuovo circa 6 mila anni fa le temperature erano probabilmente maggiori. Quasi sicuramente lo erano nel corso del Medio cretaceo (circa 120-90 milioni di anni fa), quando tuttavia i continenti erano alla deriva, l’uomo non esisteva e la Terra era ancora il regno dei dinosauri. Quella che appare peculiare nel riscaldamento dell’ultimo secolo è la difficoltà di spiegarlo mediante meccanismi naturali, e la velocità. L’ultima volta che la Terra ha assistito a un cambiamento climatico così violento come quello che si prospetta è stato circa 10 mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione. Fu un mutamento rapido, improvviso, che costrinse tutte le specie, vegetali e animali, ad adattarsi o scomparire. E lo stesso fu per la popolazione umana, che trovò nelle nuove condizioni di clima un fattore tra i tanti che la spinsero a inventare l’agricoltura, a ricorrere sempre più all’allevamento, a diventare più sedentaria. A cosa andremo incontro noi? Lo vedremo dagli scenari d’impatto realizzati dagli scienziati e compendiati dall’Ipcc nel secondo volume del Rapporto generale presentato nel 2001. Le previsioni sui cambiamenti futuri non sono oro colato, ma rappresentano comunque i risultati della migliore scienza fin qui disponibile. Diverse domande, d’altra parte, aspettano ancora una risposta certa: Quale porzione del riscaldamento si è verificato a causa della crescita dei gas atmosferici? Quanto caldo farà in futuro? Con quale velocità continueranno a salire le temperature? Quale sarà l’impatto sul pianeta e sulle società umane? Quali altri generi di cambiamenti saranno associati al futuro riscaldamento? È possibile invertire la tendenza?A fare previsioni sul riscaldamento globale e i suoi effetti sulla salute umana ci provano alcuni ricercatori svizzeri guidati dal climatologo Christoph Schär dell’Istituto federale di tecnologia: una stagione estiva così straordinaria come quella del 2003 rischia di diventare la regola. “Le nostre simulazioni mostrano che in Europa circa un’estate su due dovrebbe essere calda almeno quanto quella del 2003 e lo stesso dovrebbe riguardare la scarsità delle precipitazioni”, spiega Schär. Queste e molte altre informazioni sul nostro futuro meteorologico si trovano nel libro di Andrea Pinchera dalle cui pagine emerge uno scenario preoccupante. Gli effetti sulla salute umana dello sconvolgimento climatico in corso saranno gravi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità negli ultimi vent’anni almeno una trentina di malattie si sono esacerbate. In un pianeta più caldo, infatti, virus, batteri, funghi, parassiti potrebbero trovare condizioni ideali per esplodere, diffondersi, ricombinarsi. Dengue, colera e febbre gialla potrebbero espandere il loro raggio di azione. Secondo alcuni ricercatori dell’Harvard Medical School le zanzare della malaria potrebbero tornare nuovamente in Italia, Grecia e Spagna, da dove sono state allontanate da tempo. E la popolazione mondiale a rischio potrebbe crescere del 3-5 per cento ogni 2-3 gradi di aumento delle temperature. “Nel 2030, il rischio stimato di diarrea – una delle principali cause di morte nei paesi poveri – crescerà del 10 per cento in alcune regioni”, si legge ancora nel libro di Pinchera. “Per non parlare delle ondate di calore i cui effetti saranno doppi o tripli rispetto a oggi: a New York il caldo torrido dell’estate potrebbe uccidere fino a 900 persone l’anno contro l’attuale media di 320, mentre a Los Angeles ci si aspetta addirittura che le vittime si decuplichino”.

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