Per chi volesse sapere qual è l’“l’impronta” che ogni nazione lascia sull’ambiente in termini di emissioni di gas serra, in particolare di CO2, basta andare su Carbon Footprint of Nation, dominio creato dall’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia (Ntnu).
I risultati di uno studio condotto da Edgar Hertwich, docente dell’ateneo di Trondheim, e da Glen Peters, del Centro di Ricerca Internazionale su Clima e Ambiente di Oslo (Cicero) (qui il link alla pubblicazione), sono stati trasformati in un sito di facilissima consultazione. Con un semplice click si può verificare l’impronta totale del paese selezionato e le categorie (costruizioni, industria alimentare,…) che contribuiscono maggiormente all’emissione dei gas serra in quella nazione. Un’altra icona indica poi la quantità di anidride carbonica pro capite annuale e se i livelli raggiunti possono essere considerati sostenibili.
Per “Carbon Footprint” si intende l’emissione dei gas serra provenienti non solo dall’utilizzo di carburanti o dall’energia che usiamo nelle nostre abitazioni (le così dette impronte dirette) ma anche le emissioni che riguardano l’intero processo di produzione dei beni che consumiamo (impronte indirette), anche se queste non avvengono nel nostro paese. Il che significa che spesso siamo responsabili di emissioni che avvengono oltre i confini nazionali. Ne è un esempio l’impronta complessiva delle nostre automobili che non riguarda soltanto le emissioni del carburante ma comprende anche quelle dovute alla produzione dei veicoli stessi.
Navigando sul sito si può vedere che, a livello globale, i settori che contribuiscono maggiormente alle emissioni sono quelli coinvolti nella produzione degli alimenti, nella costruzione delle abitazioni e nel loro consumo energetico e nei trasporti. Come ci si può aspettare, per i paesi in via di sviluppo l’industria del cibo è al primo posto mentre mano a mano che ci si sposta in paesi più ricchi la percentuale cambia in favore dei prodotti manifatturieri (giocattoli, apparecchiature elettroniche, ecc) e dei trasporti. Inoltre, è stato calcolato che al raddoppiare della spesa pro capite le emissioni di CO2 aumentano dell’81 per cento. (f.p.)
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