Come è nato il Giant’s Causeway

Non è stata opera dell’uomo, né del gigante Finn McCool, come vuole la tradizione. E’ stata la lava a produrre le colonne esagonali che formano il Giant’s Causeway nell’Irlanda del Nord. Lo ha mostrato una simulazione al computer effettuata da Eduardo Jagla del Centro Atomico Bariloche (Argentina) e Alberto Rojo dell’Università del Michingan (Usa). Nello studio, pubblicato su Nature, i ricercatori hanno ipotizzato il fenomeno che diede origine, circa 60 mila anni fa, al Giant’s Causeway – letteralmente “la strada lastricata dei giganti”. Le 40 mila colonne di basalto prevalentemente di forma esagonale, che si innalzano fino a 12 metri sopra le spiagge di County Antrim, sono state prodotte dallo scivolamento della lava nelle fenditure della roccia. Che raffreddandosi e poi solidificandosi avrebbe esercitato una forte pressione, che avrebbe causato delle fenditure in superficie. Queste in seguito si sarebbero propagate anche negli strati di roccia che degradano verso il mare. La tensione esercitata dalla lava in tutte le direzioni avrebbe prodotto delle fenditure verticali che si sarebbero distribuite casualmente. Dopo l’assestamento delle crepe poi, i pilastri erosi in superficie dal vento, dalla pioggia e dal mare, avrebbero assunto una forma geometrica, prevalentemente esagonale. Jagla e Rojo hanno riprodotto i modelli di frattura all’interno di uno strato di particelle unite da una forza elastica, per imitare l’attrazione degli atomi della roccia. Hanno inoltre usato il modello di rottura in uno strato come punto d’inizio della rottura degli strati inferiori. Il risultato ha confermato l’ipotesi di partenza: anche il modello evolveva da una situazione in cui le spaccature si distribuivano a caso a una in cui le fratture formavano ampi poligoni. (d.d.v.)

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