Comete di fuoco e ghiaccio

Si annunciano sorprese dai primi risultati disponibili della missione spaziale Stardust della Nasa. In gennaio, la capsula della navicella, che nel 2004 aveva incontrato la cometa Wild-2, è rientrata dallo spazio portando con sé una grossa quantità di grani molto piccoli prelevati a 240 chilometri dal nucleo della cometa. Alcuni di questi grani contengono materiale che si è formato a temperature estremamente alte, intorno ai mille gradi. Questo è in contrasto con quanto si era sempre pensato, ovvero che le comete si fossero formate nelle regioni ghiacciate ai confini del Sistema Solare e che non fossero state esposte in zone vicine del Sole. Gli scienziati ora stanno cercando di scoprire cosa abbia trasportato questi materiali formati vicino alla stella verso la remota regione della fascia di Kuiper, che si trova oltre Plutone. Tra le ipotesi, si pensa a goccioline fuse trasportate da getti gassosi da una regione all’altra, o che i granuli si siano formati in regioni calde di altre stelle e siano poi stati incorporati nelle comete. Uno di questi minerali, conosciuto come forsterite, che fonde a 2.000 °C e condensa a 1,127 °C, è stato rilevato per la prima volta in una cometa che contiene anche campioni di calcio-alluminio, che si forma a temperature ancora superiori. (a.c.)

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