Covid-19: che differenza c’è tra infezione e malattia, asintomatici e paucisintomatici

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(Credits: mohamed_hassan via Pixabay)

Malattia o infezione? Coronavirus o Covid-19? Sui social, in tv e sui media in genere pare esserci ancora un po’ di confusione sulle parole e il loro significato. Ecco perché abbiamo pensato di realizzare un piccolo glossario con i termini più ricorrenti ma anche più incompresi in questa seconda ondata pandemica.

Infezione

Infezione è un termine che indica il processo in cui un microrganismo, come il coronavirus, invade una cellula/un tessuto e si moltiplica. Non tutte le infezioni, però, causano sintomi dando luogo a una malattia nell’organismo ospite.

Il microrganismo patogeno che continua a tenerci sotto scacco è il coronavirus Sars-Cov-2. Emerso per la prima volta in Cina a fine gennaio, all’inizio dell’epidemia era chiamato 2019-nCov. Successivamente l’International Committee on Taxonomy of Viruses lo ha ribattezzato nell’attuale Sars-Cov-2 per sottolineare la parentela con il coronavirus responsabile della Sars (Sars-Cov, con cui condivide all’incirca l’80% del genoma) e l’affinità delle manifestazioni cliniche delle due infezioni (Covid-19 e Sars, appunto).

Malattia

Parlando di microrganismi patogeni, la malattia non è altro che un’infezione sintomatica.

La malattia causata dall’infezione del coronavirus Sars-Cov-2 è detta Covid-19. Il nome è stato scelto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): “Co” sta per corona, “vi” per virus e “d” per disease (cioè malattia in inglese), mentre “19” indica l’anno in cui si è manifestata.

Carica virale

Per carica virale si intende la quantità di particelle virali presente in una persona infetta. Questa nelle fasi dopo il contagio tende ad aumentare perché il patogeno, eludendo le difese immunitarie dell’ospite, riesce a penetrare nelle cellule e a sfruttarle per replicarsi e poi infettare altre cellule. Se il sistema immunitario riesce a combattere l’infezione, la carica virale scenderà nel tempo fino all’eliminazione di ogni particella virale. Non sempre la carica virale va di pari passo con l’entità delle manifestazioni patologiche, non è detto cioè che le persone con una carica virale molto alta siano più malate di altre con carica virale inferiore. Inoltre la carica virale può rimanere elevata anche dopo la guarigione dell’eventuale malattia.


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Asintomatici

Quando l’infezione non dà luogo a sintomi, si parla di individui asintomatici. Non potendo sapere di essere stati infettati (se non con un test ad hoc), possono contribuire a diffondere ulteriormente il patogeno. La mancanza di sintomi, infatti, non è segno di bassa carica virale.

Nel caso dell’infezione da Sars-Cov-2, per quanto se ne sappia ora, molti asintomatici hanno carica virale bassa e trasmettono l’infezione con più difficoltà; d’altra parte esistono anche i cosiddetti superdiffusori cioè persone completamente asintomatiche in cui però la carica virale è molto alta e riescono a contagiare inconsapevolmente un numero di persone più alto della media.

Da alcuni studi (tra cui quello sui passeggeri della nave da crociera Diamond Princess) sembra che una certa percentuale di persone risultate positive al coronavirus ma asintomatiche abbiamo comunque avuto ripercussioni subcliniche, in particolare nelle loro radiografie toraciche ci sarebbero delle opacità, indizio forse che il virus ha comunque intaccato la funzionalità dei polmoni. Se queste evidenze venissero confermate da indagini più ampie, non sarebbe possibile dire senza aver fatto accertamenti che un positivo asintomatico non è malato.

Paucisintomatici

Se la malattia si presenta con sintomi blandi, si parla di persone paucisintomatiche. I pazienti Covid-19 paucisintomatici sono quelli che sperimentano una sorta di sindrome influenzale, magari con qualche linea di febbre per un paio di giorni, la perdita del senso dell’olfatto e del gusto, ma non sviluppano problemi alle vie respiratorie. Queste persone non hanno bisogno di assistenza da parte del personale di pronto soccorso o di un ricovero in ospedale: possono essere curate a casa propria in isolamento dal resto della famiglia, o nelle strutture apposite che le regioni stanno identificando per la quarantena.

Via: Wired.it

Credits immagine di copertina: mohamed_hassan via Pixabay