A cosa serve l’odore della frutta?

L’odore della frutta? Una sorta di canto delle sirene con cui le piante comunicano agli animali che è arrivato il momento di mangiarla e quindi, di conseguenza, disperderne i semi. A scoprirlo, studiando il comportamento di una specie di lemuri del Madagascar, è stata un’équipe di scienziati delle università di Ulm e di Antananarivo: stando alle osservazioni degli esperti, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances sarebbe proprio l’intenso profumo dei frutti maturi, un preciso segnale biochimico, lo strumento principale usato dalle piante per aumentare le proprie possibilità di riproduzione. Le conclusioni dello studio, dicono gli autori, offrono inoltre un ottimo spunto per comprendere meglio l’evoluzione delle risposte agli stimoli sensoriali in tutti i primati, essere umano compreso.

L’importanza dell’odore

In ecologia è noto da tempo che i frutti sono strutture specializzate per favorire la protezione e la dispersione dei semi. In particolare, i frutti carnosi – quelli che formano una polpa a protezione dei semi – si sono evoluti in una grandissima varietà di forme, colori e dimensioni. Questo indicherebbe la necessità, da parte delle piante, di fornire una ricompensa quanto più attraente possibile per gli animali. Significa che i frutti sono sottoposti ad una grande pressione selettiva.

Più il frutto è attraente, maggiori sono le probabilità della pianta di diffondere i propri semi. Tuttavia, quale caratteristica del frutto eserciti la maggior influenza sulle scelte degli animali è ancora oggetto di dibattito. Inoltre, gli animali selezionano i frutti in base alle loro esigenze alimentari o sensoriali. Gli uccelli, ad esempio, si affidano maggiormente alla vista per decidere quali frutti mangiare, mentre altri, come i lemuri – che non distinguono il verde e il rosso – sfruttano il naso.

(Foto: N Rowe & Centre ValBio)

Gli autori dello studio appena pubblicato, coordinati da Omer Nevo, hanno voluto per l’appunto indagare se l’odore fosse uno stimolo sensoriale efficace per spingere gli animali – in particolare i lemuri – a consumare la frutta. Per comprenderlo, hanno raccolto 434 frutti acerbi e 428 maturi, provenienti da 30 diverse specie di piante del Parco Nazionale di Ranomafana, in Madagascar, e ne hanno anzitutto misurato l’intensità dell’odore usando uno spettrometro di massa e la tecnica della cromatografia dei gas. Ne è emerso che i frutti in maturazione emettono un odore più intenso, in particolare, i frutti di piante che contano sul processo di dispersione dei semi da parte di animali. Nello specifico, un odore più forte se paragonato a quello di altri frutti maturi, ma che provengono da piante che si basano sugli uccelli – quindi orientati più dal colore – per la dispersione dei semi.

L’indice di annusata”

Per verificare che la tendenza dei lemuri ad affidarsi all’olfatto fosse effettivamente correlata all’intensità degli odori, gli autori hanno quantificato il comportamento olfattivo di nove lemuri selvatici dal ventre rosso mentre si cibavano di questo tipo di frutti, provenienti da sette piante diverse. Gli scienziati hanno raccolto 534 osservazioni in sei settimane: ogni osservazione corrisponde a un lemure che si avvicina a un frutto e decide se annusare o meno un frutto prima di decidere se mangiarlo. Per ognuna delle sette specie di piante da cui gli animali si sono cibati è stato calcolato un “indice di annusata”, ovvero la probabilità media che i nove lemuri annusassero i frutti.

Quest’indice è stato poi messo in correlazione con l’intensità dell’odore emesso dai frutti di quelle particolari piante. Gli scienziati hanno osservato effettivamente che i lemuri tendevano ad annusare di più i frutti con odore più intenso, il che suggerisce che l’uso dell’olfatto è proprio lo strumento usato per selezionare la frutta da mangiare. I risultati di questa ricerca, sebbene non possano dirsi conclusivi, proverebbero che qualunque odore di un frutto può essere visto come un segnale evolutivo. Il modo preferito dalla pianta, e dal frutto, per comunicare di essere maturo. E pronto a essere mangiato.

Riferimenti: Science Advances

Lorenzo Tenuzzo

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