Cosa sappiamo sull’espianto di organi ai migranti

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Credits: Irish Defence Forces

Migranti che non possono pagare la traversata, consegnati a scafisti senza scrupoli, pronti a trasformarli in semplici contenitori di organi da espiantare per i ricchi occidentali. La notizia, sconcertante, è comparsa su diversi mezzi di informazione. A raccontare la vicenda sarebbe stato uno scafista “pentito”, ritenuto attendibile dalle autorità italiane, che avrebbe raccontato (ma per sentito dire) di egiziani attrezzati con borse termiche in grado di conservare gli organi espiantati ai passeggeri insolventi. Ma il prelievo di organi (quali, non è chiaro) destinati al trapianto non è un’operazione così facile. Soprattutto non lo è il trasporto dell’organo, che deve restare in condizioni particolari per poter essere poi introdotto in un altro organismo compatibile. Per capire se questo sia possibile abbiamo chiesto a Giuseppe Quintaliani, responsabile governo clinico della Società Italiana di Nefrologia presso la SC di Nefrologia e dialisi di Perugia, dove si effettuano numerosi trapianti di rene.

Dottor Quintaliani, come è possibile effettuare espianti di organi in condizioni estreme come quelle in cui si trovano i migranti nel corso del viaggio?

L’espianto di organi vitali come reni, cuore, fegato deve per forza avvenire in sale operatorie attrezzate, un’operazione definita nel linguaggio medico ‘a cuore battente‘. Ciò vuol dire che il paziente a cui vengono tolti gli organi deve essere mantenuto in vita, in modo da permettere una circolazione sanguigna efficace, e che i chirurghi debbono essere particolarmente bravi ed esperti, in quanto gli organi devono essere prelevati secondo modalità precise e rigorose: l’organo deve essere conservato assolutamente intatto e preparato per l’eventuale nuovo impianto, e in condizioni assolute di sterilità. Inoltre l’organo deve essere trasportato con speciali soluzioni saline sterili in modo da poterne preservare l’ambiente interno: per queste ragioni non può certo bastare una borsa termica. Un organo non è un pezzo di carne comprata al supermercato; per poter poi essere usato, ha bisogno di cure particolari e molto sofisticate”.

Dunque già l’espianto sembra molto difficile nelle condizioni descritte. Cosa possiamo dire invece del trapianto vero e proprio?

La selezione della persona da trapiantare è severa, servono esami immunologici precisi e particolareggiati, senza i quali il rischio di rigetto, anche immediato, è altissimo. È necessario avere équipes diverse multidisciplinari e farmaci costosi e prontamente disponibili, sia durante che immediatamente dopo il trapianto. Il paziente trapiantato nei primi due-tre giorni viene collocato in terapia intensiva con stretti monitoraggi sia chirurgici che medici. Non è certo possibile effettuare tali procedure in centri non attrezzati con igiene scarsa o peggio ancora assente. Il rischio è sempre presente anche nei migliori centri trapianti del mondo e non solo a causa del rigetto, ma anche per le infezioni, visto che nel paziente si induce un quadro di immunodeficienza acquisita; in pratica il sistema immunitario viene soppresso per far attecchire meglio il rene o l’organo trapianto”.

Pensa che gli organi espiantati, se mai fosse possibile, possano poi arrivare in canali clandestini in Italia ed essere utilizzati nel nostro paese?

Dobbiamo essere chiari: è assolutamente impossibile che questi organi, se mai venissero espiantati in queste condizioni, vengano usati per essere trapiantati nei centri italiani. Nel nostro paese la provenienza di tutti gli organi per trapianto è accuratamente e obbligatoriamente tracciata. Non solo per motivi etici e legali, ma perché si devono avere notizie cliniche accurate sul donatore; non occorrono soltanto le dovute verifiche sul gruppo sanguigno e sul sistema immunitario, ma anche valutazioni cliniche complete come storia clinica, infezioni contratte e patologie concomitanti che, nella pratica clinica normale e corretta, possono addirittura rendere non idoneo il rene o l’organo da trapiantare. In gergo medico si dice che il rene deve essere “compatibile” con il ricevente”.

Dunque non le sembra verosimile l’esistenza di un mercato parallelo di organi per trapianto?

Tutte le organizzazioni sanitarie, i centri trapianti e le società scientifiche, tra cui la Società di Nefrologia, vigilano incessantemente sulla correttezza dell’intera filiera espianto/trapianto, e sconsigliano a chiunque di cedere a voci, suggerimenti e illazioni sul fatto che sia facile trovare organi da trapiantare in un mercato parallelo. Se mai così fosse – e ripeto, lo ritengo impossibile – il rischio connesso a infezioni e deterioramento dell’organo innestato potrebbero portare a rigetti immediati (chiamati “rigetti iperacuti”) che causerebbero la morte del ricevente. Mi sento quindi di rassicurare sull’estrema incertezza e impossibilità pratica dei fatti apparsi sulla stampa, e soprattutto sulla correttezza del sistema trapianti in Italia, che quest’anno ha avuto un aumento delle donazioni e un rigore scientifico elevatissimo, i cui risultati possono essere monitorati sul sito del centro nazionale trapianti.

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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