Così il cervello dimentica

Esiste, nel cervello umano, un meccanismo biologico che entra in azione per inibire la memoria. Lo dimostra uno studio, pubblicato oggi su Science, condotto da ricercatori della Stanford University guidati da John D. E. Gabrieli e Michael Anderson. Che l’essere umano fosse capace di bloccare la memorizzazione di eventi dolorosi o traumatici l’aveva intuito Freud agli inizi del Novecento. L’idea era rimasta finora vaga e controversa, in assenza di affidabili dati sperimentali. Oggi lo strumento del brain imaging, cioè la misurazione e rappresentazione elettronica dell’attività cerebrale, permette di investigare le basi neurobiologiche dei meccanismi psichici. Anderson e colleghi hanno utilizzato la tecnologia della risonanza magnetica funzionale su un campione di 24 volontari, di età compresa tra i 19 e 31 anni. Ai soggetti veniva chiesto di memorizzare 36 coppie di parole come “vapore-treno”, “gomma-mascella” e così via, a intervalli di cinque secondi l’una dall’altra. Dopodiché per alcune coppie di parole si invitava, data la prima parola, a ricordare la seconda. Per altre coppie, al contrario, si richiedeva di dimenticare o non pensare alla seconda parola. Le immagini ottenute con la risonanza magnetica mostravano che, durante la fase di repressione del ricordo, nel cervello erano attive quelle stesse aree che si attivano quando si tenta di bloccare un’azione fisica in atto, come un movimento del braccio. L’attivazione di queste aree blocca a sua volta l’attivazione nella regione cerebrale dell’ippocampo, quella che sappiamo essere coinvolta nei processi di memoria. (f.c.)

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