Categorie: Salute

Coronavirus, perché l’Oms ha bloccato i trattamenti con l’idrossiclorochina

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deciso di sospendere momentaneamente i trattamenti con l’idrossiclorochina contro il coronavirus nello studio Solidarity, dopo che alcuni studi ne hanno evidenziato l’elevato tasso di mortalità. A riferirlo è il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, riferendosi a un ampio studio pubblicato venerdì scorso sul Lancet, nel quale gli autori hanno dimostrato come il trattamento con il farmaco antimalarico clorochina e il suo analogo, l’idrossiclorochina, usato per trattare malattie autoimmuni come il lupus e l’artrite, non offrano alcun beneficio per i pazienti affetti dalla Covid-19. Anzi, potrebbe aumentare la mortalità e provocare ulteriori complicazioni, come gravi aritmie cardiache.

Il confronto

Per capirlo, i ricercatori hanno passato in rassegna i dati di circa 15mila pazienti ricoverati in ospedale tra il 20 dicembre 2019 e il 14 aprile 2020, ai quali è stato somministrato uno di questi due farmaci, soli o in combinazione con antibiotici macrolidi. Confrontandoli poi con i dati del gruppo di controllo (circa 81mila pazienti), i ricercatori hanno osservato che al termine del periodo di studio, tutti e quattro i trattamenti (clorochina o idrossiclorochina da sole, o in combinazione con un microlide) erano associati a un tasso di mortalità più elevato rispetto al gruppo di controllo.

Tra i pazienti trattati con clorochina o idrossiclorochina da soli, circa uno su sei è deceduto, e quando questi due farmaci sono stati usati in combinazione con un macrolide, il tasso di mortalità è salito ulteriormente: un paziente su cinque per la clorochina e quasi uno su quattro per l’idrossiclorochina. Inoltre, i ricercatori ha osservato che gravi aritmie cardiache erano più comuni nei pazienti che ricevevano uno dei quattro regimi di trattamento. L’aumento maggiore, precisano gli autori, è stato osservato nel gruppo dell’idrossiclorochina in combinazione con l’antibiotico, in cui l’8% dei pazienti ha sviluppato aritmia cardiaca rispetto allo 0,3% dei pazienti del gruppo di controllo.

Aumenta il rischio di mortalità, servono studi

Sebbene questo sia uno studio osservazionale (non dimostra cioè una relazione di causa-effetto ma solo un’associazione), dai risultati è emerso che l’utilizzo di questi due farmaci, da soli o in combinazione con antibiotici, è associato a un un più alto rischio di mortalità e di gravi complicanze, soprattutto per la salute del cuore. Questi regimi di trattamento, suggeriscono gli autori, non dovrebbero quindi essere usati per trattare la Covid-19 al di fuori delle sperimentazioni, fino a quando non saranno disponibili i risultati di studi clinici randomizzati per confermarne la sicurezza e l’efficacia contro il nuovo coronavirus.

“Questo è il primo studio su larga scala a trovare prove statisticamente solide che il trattamento con la clorochina o l’idrossiclorochina non offre benefici ai pazienti con Covid-19”, spiega l’autrice dello studio Mandeep R. Mehra, del Brigham and Women’s Hospital di Boston. “Anzi, i nostri risultati suggeriscono che potrebbe essere associato a un aumentato rischio di gravi problemi cardiaci e a un aumentato rischio di morte. Gli studi clinici randomizzati sono essenziali per confermare eventuali danni o benefici associati a questi agenti. Nel frattempo, suggeriamo che questi farmaci non dovrebbero essere usati come trattamenti per Covid-19 al di fuori degli studi clinici”.

Via Wired

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Foto di Ирина Ирина da Pixabay

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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