Non tutti i piccoli crateri che si osservano su lune e pianeti sono stati prodotti nell’impatto diretto di una cometa o di un asteroide. È quanto afferma lo studio guidato da Edward Bierhaus dello Space Exploration Systems di Denver (Usa) e pubblicato su Nature che ha analizzato le depressioni sparse su Europa, una delle lune di Giove. Secondo i ricercatori, il 95 per cento dei piccoli crateri con diametro inferiore a un chilometro ha avuto origine secondaria: si è formato cioè in seguito alla ricaduta di materiale espulso nell’impatto primario che ha generato il cratere più grande. Il risultato potrebbe mettere in discussione l’assunto che maggiore è il numero dei crateri sulla superficie di un satellite o di un pianeta, maggiore è l’età. Se la gran parte dei piccoli crateri non si è formata in uno scontro diretto, l’età di alcune regioni della Luna o di Marte dovrebbe essere ricalcolata. In base alla ricerca, inoltre, poche comete di piccole dimensioni, cioè dal diametro inferiore a 100 metri, hanno attraversato il sistema di Giove in tempi recenti, in linea con le previsioni dei modelli matematici. (m.r.)