Crescite interrotte dalla povertà

Nel mondo ci sono oltre 200 milioni di bambini sotto i 5 anni di età che non raggiungono le piene potenzialità nel normale sviluppo cognitivo. È la denuncia contenuta nel primo articolo, di una serie di tre, che la rivista The Lancet dedica allo sviluppo infantile. Lo studio, rivela che le cause dell’arresto della crescita cognitiva sono riconducibili alla povertà, alle carenze nutrizionali e alla scarsa assistenza sanitaria e sociale.

Le regioni dell’Africa sub-sahariana hanno la più alta percentuale di bambini svantaggiati (66 per cento), ma il maggior numero si trova nel sud dell’Asia (89 milioni). Si stima che tale perdita in potenziale umano implichi un deficit di più del 20 per cento del reddito da adulti, con conseguenze notevoli per lo sviluppo della nazione. “Questi bambini avranno scarsi risultati a scuola con un conseguente basso reddito. Se ciò è associato alla elevata fertilità e a una bassa qualità dell’educazione sociale, ecco che si contribuisce alla trasmissione intergenerazionale della povertà”, afferma il Sally Grantham-McGregor, autore del lavoro, del Centre for International Child Health  dello University College London.

Le cause specifiche dell’arresto dello sviluppo cognitivo verranno presentate prossimamente nel secondo articolo della serie. Tra gli elementi principali, emergono la denutrizione, la carenza in iodio e ferro, e una inadeguata stimolazione cognitiva e socio-emotiva. Altri rischi potenziali includono la depressione materna, l’esposizione al piombo e all’arsenico, e malattie infettive quali malaria e Aids. Nel terzo articolo, invece, gli autori esporranno le possibili strategie per affrontare il problema. Il programma più efficiente sembra basarsi sul miglioramento del sistema educativo di apprendimento, associato al un supporto familiare, nutrizionale, sanitario e sociale. (fr.c)

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