Cristalli dal ventre della Terra

Acqua e fuoco hanno scritto in milioni di anni la storia delle Dolomiti. I microrganismi vissuti negli oceani primordiali e le lave eruttate dai vulcani hanno segnato la complessa geologia di questo gruppo montuoso dove guglie e pinnacoli, contrafforti e candide pareti fanno da scrigno ai minerali, veri prodigi della natura. La mostra “Dolomiti: tesori di cristallo”, ideata e realizzata dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, vuole far conoscere al pubblico questa ricchezza oggi nota in genere solo ai ricercatori e ai collezionisti. Tra i minerali più diffusi nella regione ci sono calciti e dolomiti, ma – come sottolinea Luca Arzuffi nella prefazione al catalogo che correda la mostra- “le Dolomiti non sono solo dolomia”. Geodi di Tiso, cavità tondeggianti che racchiudono al loro interno cristalli, insieme a quarzi, fluoriti, eritriti, fassaiti fanno parte della ricca esposizione offerta al visitatore. Ci sono anche campioni unici, come il grande cristallo della Val di Serra di quasi trenta chilogrammi di peso o la fluorite cristallizzata della miniera di Stava. Ma è la Val di Fassa a rappresentare un vero paradiso per i collezionisti grazie alla sua articolata struttura geologica che ha permesso il depositarsi di una vasta gamma di minerali, dai quarzi alle bariti. Molto abbondante nella zona è la fassaite un minerale di colore verde e dalla forma tozza che prende nome proprio dalla valle.Le luci scelte nell’allestimento valorizzano i cristalli esposti esaltandone di volta in volta il colore o la trasparenza. Alcuni campioni di minerali sono messi a disposizione del pubblico che può toccarli e guardarli da vicino e le curiosità stimolate dall’osservazione diretta sono poi appagate dai pannelli esplicativi e dalle postazioni multimediali. Non è certo un caso se l’interesse geologico è alla base del primo museo naturalistico sorto in Italia, quello di Verona, dove accanto a fossili e minerali trovavano posto oggetti esotici di ogni tipo.Il Museo tridentino sceglie uno stile interattivo per ricostruire l’attività mineraria, un capitolo dell’economia locale che ormai va esaurendosi. Il visitatore viene condotto attraverso un tratto di miniera ricostruito tra le mura dell’edificio grazie ad attrezzi e suppellettili appartenuti ai minatori dei secoli passati. Ma la mostra non vuole neppure dimenticare il ruolo dei minerali nella cultura della regione. Già dalla Preistoria gli abitatori delle Valli dolomitiche hanno adoperato selce e quarzo per realizzare utensili e amuleti. E l’ocra rossa, il pigmento ricavato dall’ematite, un minerale ferroso, rappresenta una costante della tradizione locale dal Paleolitico all’ottocento quando i pitores della Val di Fassa, se ne servivano per decorare strumenti di uso comune nel mondo rurale. Non vanno poi dimenticate le pietre dure usate come ornamenti e tra di esse la tipica collana di granati a chicco di riso regalata alle spose del Trentino. Un’efficace sintesi del ruolo che ancor oggi i minerali hanno nella zona è quella offerta dal lavoro di un artista locale, Ivan Zanoni. Ferro battuto e bianca calcite di Mezzolombardo sono fusi in ”Ventre materno che produce meraviglie della natura”. L’opera esposta per i visitatori della mostra richiama la forza dei cataclismi che hanno regalato ai popoli del Trentino, oltre alla splendida architettura dolomitica, un tesoro di cristalli da osservare, lavorare e indossare.DOLOMITI TESORO DI CRISTALLOFino al 4 luglio 2004Museo Tridentino di Scienze NaturaliVia Calepina 14, TrentoOrari: 9 – 12.30/ 14.30 – 18, chiuso il lunedìBiglietti: intero euro 2,50Ridotto euro 1,50Famiglia euro 5,00Catalogo: pp. 208, illustrazioni 400, euro 19,90Informazioni: 0461 – 270311 info@mtsn.tn.itSito ufficiale: http://www.mtsn.tn.it/cristalli

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