Dall’India alla Luna

Alle 5.00 del 20 ottobre è iniziato il conto alla rovescia per il lancio di Chandrayaan 1, la navicella destinata alla prima esplorazione lunare organizzata e finanziata dall’India, con il supporto dell’agenzia spaziale europea e di quella americana. Dalla base dell’Andhra Pradesh, la navicella graviterà per due anni attorno al nostro satellite, a 100 chilometri dalla sua superficie, fotografando il territorio per rilevarne la topografia e individuare l’eventuale presenza di minerali e di tracce di acqua ghiacciata sotto la crosta, soprattutto in prossimità dei poli. La sonda, costruita dall’Isro (Organizzazione indiana per la ricerca spaziale) dovrebbe raggiungere l’orbita lunare dopo cinque giorni.

A bordo della navicella sono presenti undici strumenti di rilevazione, cinque dei quali costruiti in India, tra cui un apparecchio che analizzerà la composizione della crosta lunare, e una mini-sonda destinata a misurare la composizione dell’atmosfera. La missione, inoltre, ha tra gli obiettivi la creazione di un atlante lunare tridimensionale, la ricerca dell’elio 3, una delle fonti più importanti di energia alternativa (sul territorio lunare ne è stimata una presenza di 50 milioni di tonnellate), e lo studio più accurato del “lato oscuro” del satellite, quello non visibile dalla Terra, pari al 40 per cento della sua superficie.

Il costo del progetto è stimato attorno agli 80 milioni di dollari, meno della metà dei costi affrontati dalla Cina per il lancio della sua sonda nel 2007. La missione è stata considerata l’evento più importante nello sviluppo tecnologico dell’India, sebbene i detrattori l’abbiano definita un grosso spreco di risorse in un paese dove oltre un terzo della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno.

In base al successo di Chandrayaan 1, l’Isro deciderà se effettuare un secondo lancio, previsto per il 2011, oltre a una missione umana entro il 2020. (ga.c.)

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