Darwin, gli anni della celebrità

Janet Browne

Charles Darwin. The Power of Place

Princeton University Press

pp.591, euro 14,93

Tra poco più di un mese si festeggerà l’anniversario della nascita di Darwin, avvenuta il 12 febbraio 1809. Come ogni anno, anche nel 2004 ci saranno numerosi eventi celebrativi (si veda www.darwinday.org), tra cui uno al Museo di Storia Naturale di Milano (per info: 02 88463293). Nell’anno appena concluso, è uscita l’edizione paperback del secondo volume della biografia di Darwin che conclude il monumentale lavoro di Janet Browne, docente alla sezione londinese del Wellcome Trust (http://www.ucl.ac.uk/histmed/index.html). La prima parte, uscita nel 1996, si fermava poco prima della pubblicazione del capolavoro darwiniano “L’origine delle specie” nel 1859. Questo secondo tomo riprende quindi dal momento in cui Darwin apprende che all’altro capo del mondo, nelle Indie Olandesi, un altro naturalista inglese è giunto alla sua stessa conclusione. Si tratta di Alfred Russell Wallace, che aveva spedito a Darwin un breve saggio nel 1858. Darwin nel 1842 aveva già composto un manoscritto in cui delineava le principali caratteristiche del processo evolutivo per selezione naturale. Quando riceve la lettera di Wallace, scrive a un amico: “Non ho mai visto una tale coincidenza. Se Wallace avesse letto il mio abbozzo del 1842, non avrebbe potuto riassumerlo meglio!” Ciò spinse Darwin a rendere pubblica la sua teoria, dando inizio a una vera e propria rivoluzione concettuale, di cui fu pienamente consapevole, pur mantenendo per tutta la sua vita un basso profilo e una grande modestia.Questo secondo volume della Browne è quindi dedicato agli anni della maggiore celebrità di Darwin, che da bravo e anche noto naturalista, si trasforma in soggetto di satira, critica e apprezzamento in tutto il mondo. L’autrice si basa principalmente sulla minuziosa analisi delle fonti primarie, soprattutto la vasta corrispondenza e i taccuini di appunti lasciati da Darwin, che ci restituiscono il ritratto di un naturalista curioso e attentissimo ai minimi dettagli, pieno di dubbi e di perplessità e sempre pronto a accogliere le critiche fondate alle sue teorie. Il volume ricostruisce dettagliatamente non solo le vicende che riguardano l’opera fondamentale del 1859 (le critiche, gli entusiasmi, la fortuna editoriale), ma anche la genesi dei successivi studi di Darwin, grazie ai quali la prospettiva evoluzionista guadagnò non solo sostenitori ma anche un crescente appoggio sperimentale. Un lungo e interessante capitolo è dedicato in particolare alla teoria dell’eredità che Darwin delineò nell’opera “Variation of Animals and Plants Under Domestication”, pubblicata nel 1868. Questa ipotesi, che Darwin chiamò ‘pangenesi’, andava a ricoprire la principale mancanza de “L’origine delle specie”, che in molti avevano fatto notare: l’assenza di un meccanismo credibile di trasmissione ereditaria che potesse tramandare di generazione in generazione le modificazioni casuali di ogni individuo. L’ipotesi avanzata da Darwin non era del tutto originale, per quanto la sua esitazione, in questa fase, ad accettare l’ereditarietà dei caratteri acquisiti, rappresentava sicuramente una novità concettuale per il trasformismo (o evoluzionismo, come è stato poi chiamato).Di particolare interesse nello studio della Browne è la ricostruzione del rapporto di Darwin con l’ambiente vittoriano in cui è vissuto, ricostruendo le sue vicende personali anche in relazione con i circoli culturali e familiari frequentati. Darwin sentì sicuramente la pressione del suo ambiente, sia dal punto di vista personale (altri autori hanno attribuito la misteriosa malattia di cui soffrì per molti anni agli effetti psicosomatici della sua teoria) che nell’elaborazione delle sue teorie scientifiche.Appassionante come un romanzo, questo volume rende appieno le dimensioni della rivoluzione darwiniana, anche attraverso un ricco e a tratti divertente inserto iconografico. Speriamo che venga presto tradotto.

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