ll diabete di tipo 2 è la forma di diabete più diffusa, e il numero di persone nel mondo che ne soffrono è sempre maggiore. Una crescita che potrebbe portare, complessivamente, i malati di diabete nel mondo oltre i 600 milioni nel 2040 dai 415 del 2015. Complici soprattutto i cattivi stili di vita, la mancanza di attività fisica e l’obesità in primis. Ma non solo. Uno studio pubblicato su BMJ Open Diabetes Research & Care, infatti, suggerisce che anche l’aumento della temperatura globale sia connesso all’impennata del diabete.
Il meccanismo alla base del fenomeno coinvolge il tessuto adiposo bruno (BAT), un tipo di tessuto connettivo chiamato così per la sua colorazione e la cui principale funzione è quella di produrre calore in risposta a basse temperature. Il BAT trasforma l’energia acquisita dal cibo in calore svolgendo un ruolo importante nella termoregolazione. Precedenti studi avevano mostrato che l’esposizione al freddo stimola il BAT portando ad una modesta perdita di peso e a un aumento nell’azione e sensibilità all’insulina rendendo quindi la persona meno incline allo sviluppo del diabete.
Il team di ricercatori guidati da Patrick Rensen del Centro medico universitario di Leiden ha avanzato un’ipotesi per spiegare la correlazione tra aumento della temperatura e diabete: il legame potrebbe aver orgine dall’impatto negativo che un clima più caldo ha sul metabolismo degli zuccheri attraverso una riduzione dell’attività del BAT.
Nel corso del loro studio i ricercatori hanno usato i dati raccolti dal sistema nazionale di sorveglianza sul diabete di 50 stati degli USA e in altri tre territori (Guam, Puerto Rico e Isole Virginia) negli anni dal 1996 al 2009. Analizzando dati si è scoperto che, in media, un aumento della temperatura di 1°C era correlato a un incremento nell’incidenza del diabete dello 0,3%. In maniera analoga l’intolleranza del glucosio aumenta dello 0,17%. Altri fattori quali l’età, il sesso e l’obesità non sembrano far variare in maniera significativa l’andamento globale osservato e, seppur importanti per la gestione della malattia, non risultano significativi nella correlazione con la temperatura.
Traducendo i dati in numero di casi, i ricercatori hanno calcolato che un aumento di temperatura di 1°C potrebbe portare a più di 100.000 nuovi casi di diabete per anno solo negli USA. Saranno necessari altri studi per valutare, per esempio, l’impatto dell’indice di massa corporea sull’andamento, ma, concludono gli autori “la nostra scoperta enfatizza la necessità di ricerche ulteriori sul ruolo del riscaldamento globale nell’insorgenza di diabete, considerando gli ultimi inverni con temperature da record che ci sono stati negli USA”.
Riferimento: BMJ Open Diabetes Research & Care