Era primavera quando scomparirono i dinosauri

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(Foto: 12222786 on Pixabay)

Dell’evento che ha portato all’estinzione dei dinosauri , e con loro di tre quarti delle specie viventi, sappiamo un po’ di cose. Per esempio, che a causarlo è stato l’impatto dell’asteroide Chicxulub nel Golfo del Messico e che è avvenuto circa 66 milioni di anni fa portando alla cosiddetta estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene, che ha segnato la fine dell’era Mesozoica (o era dei dinosauri). Ora, però, sappiamo anche in che stagione è successo: era primavera nel nostro emisfero, secondo uno studio pubblicato su Nature.

Il ritrovamento dei resti fossili

Risalire addirittura al periodo dell’anno in cui è avvenuto un evento così remoto può sembrare fantascienza. Ma come spesso accade, un ritrovamento fortunato ha fornito tutti gli indizi necessari. In questo caso, si tratta di alcune spine delle pinne pettorali di tre storioni e della mascella di tre pesci spatola. La manciata di reperti fossili arriva dal sito di Tanis, nel Nord Dakota, che per i paleontologi rappresenta una vera e propria miniera di informazioni. Questo deposito fossilifero, infatti, ha permesso di ricostruire i primi istanti dopo l’impatto dell’asteroide. E ora, anche la stagione dell’anno in cui è avvenuto.

Dalla crescita del tessuto osseo alla stagione

A quei tempi, il sito di Tanis si trovava a una latitudine di 50° Nord (che è più o meno quella di Londra) ed era caratterizzato da un’alternanza di stagioni. Analizzando le spine e le mascelle dei pesci, i ricercatori hanno osservato una stagionalità anche nella crescita del tessuto osseo fossilizzato. E da lì sono risaliti alla stagione in cui è avvenuto l’impatto.

L’accrescimento, infatti, è maggiore nei periodi più favorevoli dell’anno, quando fa più caldo e c’è più cibo. Rallenta invece quando le condizioni diventano sfavorevoli e, nel periodo più freddo, nell’osso si forma una cosiddetta linea di arresto della crescita. “I dati osteoistologici mostrano che, al momento della morte, nei pesci si stava formando una zona di crescita ossea subito dopo una linea di arresto – spiegano Melanie During della Vrije Universiteit di Amsterdam e colleghi – e questo coincide con l’inizio della stagione favorevole alla crescita.” In altre parole, con la primavera.

La primavera, periodo critico per i dinosauri

La scoperta ha risvolti importanti sulle dinamiche dell’estinzione di massa. Molti organismi, infatti, non sono scomparsi subito dopo l’impatto ma in un secondo tempo, a causa dei cambiamenti ambientali innescati dalla caduta dell’asteroide. E c’è un’asimmetria nei pattern di estinzione sia tra i diversi gruppi di organismi sia tra i due emisferi, con una situazione più critica in quello boreale (o Nord). Dove al momento dell’impatto, appunto, era primavera. I mesi primaverili sono difficili per molti organismi, che crescono e si riproducono in questa stagione appunto, ma al tempo stesso questo potrebbe aver esacerbato gli effetti dell’impatto. Nel caso di perturbazioni ambientali repentine, è probabile che le specie con tempi di incubazione più lunghi, come la maggior parte dei dinosauri, fossero più vulnerabili rispetto ad altri gruppi (per esempio gli uccelli), concludono gli autori.

Riferimenti: Nature

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