Dyson, dal caos si generò la vita

“Che cos’è la vita? Non è una cosa sola, ma due, metabolismo e replicazione”. Con questa considerazione Freeman J. Dyson affronta il tema dell’origine della vita o meglio, nel suo caso, “delle origini della vita”. Se infatti oggi metabolismo e replicazione sono entrambe indispensabili per la fisiologia della cellula, per l’autore hanno avuto origine in due momenti separati: prima le proteine, cioè l’apparato metabolico, o l’hardware, poi gli acidi nucleici, l’apparato replicativo, o il software.

La cellula primordiale di Dyson sarebbe stata una congerie di reazioni enzimatiche, un brodo caotico ma capace di “riprodursi”, sia pur in maniera imperfetta. L’ordine sarebbe sorto con la comparsa degli acidi nucleici, all’inizio dei parassiti come i moderni virus, ma che, in un secondo tempo, avrebbero barattato la loro capacità replicativa con la possibilità di usufruire dell’apparato enzimatico cellulare. Da un rapporto di parassitismo a uno simbiotico, fino ad arrivare a una condizione di dipendenza reciproca indissolubile.

Prendendo spunto dalla teoria della neutralità dell’evoluzione, l’autore costruisce un modello matematico per raccontare con il rigore dei numeri il passo iniziale della sua teoria, l’origine del metabolismo: in principio era il caos, e l’assemblaggio della protocellula enzimaticamente attiva sarebbe scaturito a partire da un assortimento casuale di molecole che, con un salto energetico notevole, sarebbero passate da uno stato disorganizzato ad uno organizzato, dalla morte alla vita. Il caso avrebbe guidato queste transizioni iniziali, quando l’imprecisione regnava sovrana e la libertà di sperimentare varie forme alternative era la base per far emergere, tra tutte, la più conveniente.

Ma l’inaccuratezza iniziale si rivela una moneta di scambio per un futuro migliore: con gli acidi nucleici il controllo passa in mani sicure, la vita ha un nuovo regista e il testo della commedia è scritto, “nero su bianco”, nei geni. Dopo aver presentato in maniera puntuale la trattazione matematica dell’origine del metabolismo, l’autore esorta gli scienziati a ideare nuovi esperimenti per comprovarla o smentirla: “lascio pertanto agli sperimentatori il compito di condensare qualche solido fatto da tutto questo filosofico vapore”.

Con uno stile che rimane fluido per gran parte del testo, l’autore riesce a dare un inquadramento organico e completo di un tema, l’origine della vita, che riscuote da sempre l’interesse generale, non solo degli scienziati. Rendendosi colpevole, ma solo per necessità, di un eccesso di precisione, e forse di tecnicismo, nell’esposizione del suo modello matematico, Dyson riesce a riscattarsi nelle ultime pagine, quando espone le implicazioni della sua teoria a tutti i livelli della scala del vivente: dalla cellula all’organismo, all’ecosistema, alla società degli esseri umani. In ogni sfera vitale, all’inizio, hanno successo sistemi organizzativi imprecisi ma flessibili; con l’affinarsi dell’organizzazione, tali sistemi sono sgrossati da alcune componenti inutili e ridondanti; ma una dose di apparente inutilità permane creando una sintonia perfetta tra efficienza e dinamismo. È questa la ricetta dell’autore per tollerare una realtà pervasa da un incessante mutamento.

Freeman J. Dyson
Origini della vita
Bollati Boringhieri, 2002
pp. 141, euro 15,00

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here