Ecco il genoma del macaco

Quasi 98 geni su 100. È questa la percentuale (precisamente 97,5%) che l’essere umano ha in comune con il macaco. A rilevarlo un’équipe di ricercatori internazionale (35 istituzioni coinvoltee 170 scienziati guidati dal Baylor College of Medicine di Houston, Texas) su Science che ha dedicato al tema la copertina e cinque articoli. I ricercatori sono quindi riusciti a decodificare il genoma del primate: il terzo dopo quello dell’essere umano e dello scimpanzé.

Lo studio si rileva importante perché una così alta percentuale di geni in comune con l’uomo fa del macaco uno dei modelli migliori per studiare alcune malattie ancora incurabili. Fra queste l’Aids, ma non solo. I ricercatori sperano di poter usare il genoma del primate anche per studi nel campo delle neuroscienze, della biologia comportamentale, dell’endocrinologia e della fisiologia riproduttiva.

Inoltre la ricerca potrebbe essere utile per studiare l’evoluzione dell’essere umano e degli animali a lui più “vicini”, come appunto il macaco la cui linea evolutiva si è differenziata da quella dei nostri antenati 25 milioni di anni fa. Dallo studio arrivano, inoltre, i primi risultati. Su circa 200 geni, infatti, sono state individuate significative modificazioni in un gene implicato nella produzione della cheratina – proteina che rappresenta il principale costituente delle unghie e dei peli – e in geni “coinvolti” nel sistema immunitario.

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