Effetto Lessie, cosa ci spinge a portare fuori il cane (oltre alla pipì)

cani passeggiata attività fisica
(Credits: PSIORTAL .pl/Flickr CC)

Per la maggior parte dei proprietari di cani (in Italia ce ne sono quasi 7 milioni) la routine quotidiana della  passeggiata sembra immancabile, eppure, mostra uno studio pubblicato su BMC Public Health, ci sono persone che non portano a spasso regolarmente i loro cani. Gli scienziati della University of Western Australia, in collaborazione con la University of Liverpool, hanno studiato i fattori demografici e comportamentali che motivano gli umani a uscire di casa per passeggiare con il proprio cane, un fenomeno da essi battezzato effetto Lassie.

Effetto Lessie: risultato del binomio uomo-cane

“Le variabili che portano una persona a far camminare più spesso il proprio cane dipendono sia dalla persona che dall’animale,” ha spiegato Carri Westgarth, autrice principale dello studio, che ha coinvolto 629 proprietari di cani che partecipano a RESIDE, un programma per valutare l’impatto del design urbano sulle abitudini di vita e la salute di circa 1.800 residenti di Perth, in Australia.

“I proprietari tendono ad essere più motivati se possiedono cani grandi, e se pensano che camminare sia importante per la salute dell’animale”. Anche una relazione forte con l’animale o l’impressione che al cane piacciano le passeggiate sono  variabili che contribuiscono a far diventare la passeggiata con il cane una consuetudine quotidiana.  

Al contrario, se si pensa che il cane sia troppo vecchio o malato o se altri membri della famiglia sono soliti portare a spasso l’animale, si prende l’iniziativa meno regolarmente. A partire da queste variabili, spiegano gli autori dello studio, si studieranno strategie per aumentare i livelli di attività fisica di cani e padroni.

Riferimenti: BMC Public Health

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