Einstein@home, le pulsar si trovano da casa

Aiutare gli scienziati a fare nuove scoperte nell’Universo con il nostro computer? Sembrerà strano, eppure è possibile, grazie a Einstein@Home, il progetto di calcolo distribuito che dal 2005 connette oltre 200.000 pc di volontari in tutto il mondo per creare un unico supercomputer globale, un cloud che gli scienziati del Max Planck Institute for Gravitational Physics and for Radio Astronomy hanno usato per analizzare i dati contenuti nell’archivio del radiotelescopio CSIRO Parkes, in Australia. Grazie a nuovi metodi di ricerca, il supercomputer ha trovato, in 8 mesi, 24 nuove pulsar mai osservate finora (un semplice pc avrebbe impiegato più di 17mila anni per completare lo stesso compito). I risultati dello studio sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal.

Le pulsar sono i residui delle esplosioni di stelle estremamente massive. Si tratta di stelle di neutroni, densissime e con un grande campo magnetico, che ruotano molto rapidamente, emettendo fasci di onde radio che le rendono osservabili, se orientati verso la Terra. Solitamente per captare i deboli segnali che individuano una pulsar servono radiotelescopi molto grandi e sensibili e un gigantesco sforzo di elaborazione dati: per questo la partecipazione del pubblico alla ricerca è stata fondamentale.

La potenza di elaborazione fornita dal cloud di Einstein@Home tuttavia non è stata l’unica cosa necessaria per trovare le 24 nuove pulsar: anche lo sviluppo di nuovi metodi di analisi dati è stato cruciale, ad esempio per rimuovere le interferenze prodotte da segnali simili a quelli delle pulsar, ma prodotti dall’essere umano.

Dopo aver elaborato i dati, i ricercatori hanno usato il radiotelescopio del Jodrell Bank Observatory per eseguire ulteriori osservazioni e ricavare più dettagli sulle pulsar scoperte. Ci sono infatti diversi tipi di pulsar: quelle che si trovano in sistemi binari, ad esempio, sono molto interessanti per gli astronomi, in quanto possono essere usate come banchi di prova per la teoria della relatività generale di Einstein. Grazie a queste osservazioni successive, gli scienziati hanno scoperto che 6 delle 24 pulsar individuate si trovano in sistemi binari. Hanno inoltre notato che alcune delle stelle di neutroni scoperte sembrano interrompere la loro emissione di onde radio per minuti, o ore: si tratta di un fenomeno già osservato in passato, ma ancora senza spiegazione. I nuovi dati ottenuti potranno aiutare a capire come esso si colleghi al forte campo magnetico delle pulsar.

“Le nostre scoperte provano che i progetti di calcolo distribuito come Einstein@Home possono giocare un ruolo importante nell’astronomia moderna”, ha commentato Bruce Allen, direttore del progetto e del Max Planck Institute for Gravitational Physics, “ci aspettiamo che il calcolo condiviso diventi sempre più importante per l’analisi di dati astronomici nel futuro”.

Riferimenti: Max Planck Institute

Credits immagine: Nasa

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