Emergenza colesterolo: servono diagnosi precoce e terapie innovative

colesterolo
(foto via Pixabay)

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo, un numero vasto di patologie fra cui quelle che colpiscono le coronarie sono le più diffuse e pericolose. Nella genesi e sviluppo delle coronaropatie, il colesterolo LDL – quello indicato come “cattivo” – gioca un ruolo fondamentale. Tanto che ormai le società scientifiche sono concordi nell’affermare che i livelli di LDL devono essere sotto i 115 mg/dL nelle persone che non presentano un rischio specifico, sotto i 100 mg/dL nei pazienti a rischio moderato, sotto i 70mg/dl nei pazienti a rischio molto alto (per esempio diabetici con pregresso infarto). “Di tutti questi però solo il 20% è adeguatamente trattato, mentre il 4% è consapevole della sua condizione ma non si cura in maniera adeguata, perché magari ha interrotto la terapia. Ma il dato più allarmante è che il 35% di questi pazienti è consapevole della propria ipercolesterolemia, ma non viene trattato, mentre il 41% non è affatto consapevole dei propri livelli di colesterolo”, sottolinea Michele Massimo Gulizia, Direttore Unità Complessa di Cardiologia Ospedale Garibaldi-Nesima Catania, Past President nazionale ANMCO.

Ma il colesterolo cattivo è un’emergenza per tutti, non solo per i pazienti a rischio molto alto. I dati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare ANMCO – Istituto Superiore Sanità (ISS) dimostrano che la prevalenza dell’ipercolesterolemia in Italia è aumentata negli ultimi anni: negli uomini siamo passati dal 20,8% nel periodo 1998-2002 al 34,3% nel quadriennio 2008-2012, nelle donne del 24,6% al 36,6%. Ci sono quindi almeno 2,5 milioni di italiani fra i 35 e i 79 anni che hanno ipercolesterolemia grave e 260mila italiani fra i 10 e gli 80 anni che sono affetti da ipercolesterolemia eterozigote, una delle due forme geneticamente determinate. “Per questi pazienti le statine rappresentano la prima scelta terapeutica, a cui si aggiunge eventualmente ezetimibe, ma purtroppo sappiamo che l’aderenza a questa terapia non è ottimale perché i pazienti si lamentano dei dolori muscolari e i medici, spesso, sono troppo accondiscendenti e diminuiscono o eliminano la terapia proprio per venire incontro ai pazienti”, va avanti Gulizia.

Oggi per i casi in cui la terapia ottimale non è sufficiente o per le persone che hanno intolleranza alle statine si possono usare gli inibitori di PCSK9, che in numerosi studi hanno dimostrato di ridurre in maniera significativa i livelli di colesterolo LDL, ben al di sotto dei 70 mg/dL raccomandati dalle Linee Guida internazionali nei soggetti a rischio molto alto. “Migliorare il trattamento farmacologico dei pazienti diminuisce il rischio di sviluppare malattie cardiache e di conseguenza il carico di disabilità e di mortalità prematura. Sappiamo che i costi diretti di queste condizioni sono di oltre 1 miliardo di euro all’anno, il 96% dei quali sono imputati alle ospedalizzazioni, il 3% ai farmaci e l’1% all’assistenza specialistica. È evidente che investendo in terapie appropriate, che rappresentano una parte minima della spesa sanitaria, il sistema risparmierebbe sul fronte delle ospedalizzazioni. Senza contare i costi aggiuntivi indiretti causati dalla perdita di giornate di lavoro, dall’impegno dei parenti e degli accompagnatori, dai viaggi, e così via”, va avanti Gulizia.

Se sul fronte della ottimizzazione della terapia oggi in Italia si può contare su evolocumab, il primo anticorpo monoclonale anti PCSK9 a essere rimborsato dal sistema sanitario nazionale, è importante fare qualcosa anche sul fronte della diagnosi precoce. “Per questo già dal 2015 abbiamo dato vita al Progetto Nazionale di Prevenzione Cardiovascolare ‘Banca del Cuore’, una ‘cassaforte’ digitale che custodisce i principali dati cardiovascolari dei pazienti che, grazie alla propria BancomHeart – una tessera che riporta i dati d’accesso personali – potranno aprirla tutte le volte che vorranno, anche a distanza, tramite computer, tablet o smartphone, e accedere ai propri esami: elettrocardiogramma (ECG), dati clinici, malattie sofferte e terapie assunte, sempre disponibili per la consultazione e il download, 24 ore su 24, dall’Italia e dall’estero”, spiega il cardiologo. In due anni sono state distrivbuite oltre 18mila BancomHeart e identificato 231 casi di soggetti ad alto rischio di morte cardiaca improvvisa, che non sapevano di esserlo.

Ora con il Truck Tour Banca del Cuore l’attività di prevenzione e sensibilizzazione diventa più capillare. Grazie a un jumbo Truck (che si apre come una fisarmonica e arriva fino a 100 mq), verranno raggiunte almeno 30 città italiane dove, nel corso di 3 giorni, i cittadini potranno eseguire gratuitamente uno screening di prevenzione cardiovascolare: ECG, valutazione delle aritmie, misura della pressione e, con un prelievo di una sola goccia di sangue dal dito, la determinazione di ben 8 valori biologici (colesterolo totale, HDL, LDL, rapporto LDL/HDL, trigliceridi, colesterolo non HDL, glicemia, emoglobina glicata). Inoltre i pazienti saranno interrogati sulla propria storia clinica, sui farmaci assunti e le allergie. Alla fine della visita riceveranno la BancomHeart che permetterà di accedere a tutti i propri dati e 7 opuscoli, realizzati dalla Fondazione “Per il tuo cuore” HCF Onlus, sulla prevenzione cardiovascolare.

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