Esplorazioni evolutive

Stuart Kauffman
Esplorazioni Evolutive
Einaudi, 2005
pp.376 euro 27,50

Negli anni Novanta, quando si giunse al culmine della moda delle teorie del caos e della complessità – il nome di Kauffman era sulla bocca di tutti. Per qualche anno la comunità scientifica ha mostrato grande interesse per i modelli che questo strano ibrido di biologo-chimico-matematico era riuscito a implementare matematicamente: reti di agenti che interagiscono tra loro e che hanno la capacità di far sorgere strutture ordinate senza bisogno di un progetto iniziale.Le meravigliose proprietà delle reti derivano esclusivamente dalla loro struttura: per una sorta di necessità di ordine superiore, ogni rete che abbia determinate caratteristiche potrà creare ordine dal nulla. Secondo Kauffman, questi modelli possono spiegare molti sistemi complessi che si sono evoluti. Nel suo lavoro principale del 1993 “The Origins of Order”, ogni livello biologico veniva reinterpretato nei termini dei modelli reticolari, fino a creare un quadro quasi onnicomprensivo della realtà della vita sulla Terra, dalla sua origine – l’autorganizzazione degli elementi chimici fino a formare le prime macromolecole capaci di replicarsi – fino all’evoluzione accoppiata di diversi ecosistemi interconnessi tra loro. Questo quadro, che si propone come un’aggiunta alla teoria darwiniana, quasi uno sfondo in cui l’evoluzione per selezione naturale può avvenire, oltre che degli scienziati, ha attirato l’attenzione dei filosofi della scienza. Le sue caratteristiche – una simulazione dei processi naturali che riesce a riprodurre alcune degli aspetti più complessi del mondo biologico – ne hanno fatto un oggetto epistemologico molto interessante, da utilizzare in chiave euristica per aprire nuovi filoni di indagine.Proprio ai filosofi strizza l’occhio questo volume, anche se non più circondato dall’aura mediatica di qualche anno fa, tant’è che ha aspettato cinque anni per essere tradotto in italiano: il titolo è mutuato direttamente da una delle pietre miliari della filosofia del XX secolo, le “Philosophical Investigations” di Ludwig Wittgenstein, e modificato in “Investigations” (per qualche imperscrutabile motivo, il titolo italiano ha perso il rimando). Anche l’andamento rapsodico si rifà direttamente a Wittgenstein, ma tuttavia sembra in questo caso far perdere in chiarezza e lucidità l’esposizione. I temi toccati sono sempre quelli cari a Kauffman: l’autorganizzazione della materia, la ricerca di leggi generali, la dinamica dei sistemi complessi. Tuttavia vi sono degli elementi in parte nuovi che emergono, soprattutto i tentativi di interagire con la dimensione storica che è parte integrante della biologia e in particolare della teoria dell’evoluzione. Il capitolo centrale del volume è proprio dedicato alla possibilità di integrare la creatività intrisa di casualità e contingenza dell’evoluzione con la necessità che i modelli di autorganizzazione implicano. Diventa così possibile per Kauffman tentare di creare una “biologia generale” che in poche leggi descriva i comportamenti di una biosfera. Kauffman propone al proposito quattro leggi “candidate”: il cosiddetto “margine del caos”, ovvero le condizioni necessarie per avere autorganizzazione; lo stabilirsi di “criticità autorganizzata” con ampia biodiversità una situazione che implica l’instabilità del sistema e il verificarsi di rari eventi catastrofici; il sistema raggiunge una sorta di stabilità dinamica, in cui molte specie hanno vita breve e poche specie durano molto a lungo; tale stabilità dinamica consente l’esplorazione delle possibilità evolutive. Purtroppo, la forma piuttosto eterodossa della scrittura ne rende ulteriormente difficile la già ostica lettura, oltre a creare una sorta di alone mistico intorno alle affermazioni fatte da Kauffman, che sembra più preoccupato di descrivere i propri processi di pensiero piuttosto che le proprie idee scientifiche.

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