Inossidabile fascino felino

libro gatti fascino felino
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Se ne sta lì a poltrire sul divano, col suo sguardo sornione. Talvolta fa le fusa mostrando di preferire la nostra compagnia a quella dei suoi simili, ma è anche capace di starsene nascosto in qualche anfratto per ore, indifferente agli amorevoli appelli degli umani. Il gatto è fatto così: affettuoso e distaccato, socievole e riservato al tempo stesso. Un amalgama di qualità opposte che da millenni alimenta l’alone di fascino e mistero che avvolge i piccoli felini. Un mistero che Stephen Budiansky, ricercatore, scrittore e giornalista, non nuovo a queste tematiche “naturali”, tenta di sciogliere limitatamente a quello che le scoperte scientifiche in materia gli permettono.

Solo recentemente, infatti, la scienza ha cominciato a occuparsi del comportamento, della psicologia, delle caratteristiche genetiche di questi felini, ponendo le basi di quella che Budiansky chiama “la scienza del gatto”, ovvero, “la biografia di un’intera specie, lo studio delle origini e del processo evolutivo che ha portato questi animali a prosperare accanto all’essere umano, dei loro bisogni, della loro razionalità e delle loro stranezze” (p. 4). Morale della favola: nonostante la straordinaria adattabilità che li contraddistingue, i gatti “rimangono con un piede nella giungla”. Vale a dire: non siamo riusciti ad addomesticarli del tutto, tanto è vero che, a differenza di molte altre specie, ne sopravvive ancora la controparte selvaggia.

Adorati nell’antico Egitto, temuti nel Medioevo, i gatti hanno percorso i secoli, con alterne fortune, fino a conquistare gli ambienti urbani e persino le nostre case. La convivenza con gli umani comincia proprio in Egitto. Qui, nei pressi della città di Tebe, venne scoperto nel 1888 il più grande cimitero al mondo di gatti: oltre 100 mila mummie, avvolte in stoffe decorate simili a quelle usate per i notabili della società, con a fianco topi, anch’essi mummificati, che dovevano servire da provviste di cibo durante il viaggio nell’aldilà.

E’ nota la devozione degli Egizi per i piccoli felini, testimoniata da sculture, ornamenti e amuleti, ma non è altrettanto conosciuto quello che invece rivela Budiansky, e cioè che in realtà i gatti non sono stati gli unici animali adorati da questo popolo e nemmeno i primi: numerose tombe infatti recano disegni di iene, ibis, gazzelle e antilopi con collari, raffigurati nell’atto di mangiare dalle mani degli esseri umani. Come dire: gli Egizi erano “gente coraggiosa, disposta ad avventurarsi nel tentativo di addomesticare la natura”(p. 24).

Budiansky non si limita a narrare la storia, di successo, del Felis silvestris catus, ma fornisce a chi ci convive numerosi elementi per interpretarne le espressioni e il linguaggio del corpo (pp. 93-104), per delinearne la personalità addirittura attraverso un test (pp. 153-155) e per mostrarne, esperimenti alla mano, la capacità di cambiare comportamento in base alle circostanze e di elaborare stratagemmi di vario tipo (pp. 115-150). Quello che descrive e che per certi versi esalta è, in una parola, l’intelligenza del gatto.

Non poteva inoltre non soffermarsi sulle fusa, quelle curiose vibrazioni, tipiche dei gatti e dei gatti soltanto, impercettibili nell’aria, ma non a contatto con la loro gola. La spiegazione scientifica che l’autore riporta è il risultato di uno studio effettuato da alcuni ricercatori dell’università di Dartmouth (Usa), in base a cui il fenomeno avrebbe origine da un comando molto rapido e regolare inviato dal cervello alle corde vocali e ai muscoli del diaframma, che si muoverebbero alternativamente attivati da “tremori” di 20-30 secondi. I cuccioli imparerebbero a fare le fusa dopo pochi giorni di vita, grazie al contatto con la madre che durante l’allattamento e la loro cura fa, appunto, le fusa. E siccome i gatti tendono a trasferire i comportamenti della loro infanzia nei rapporti con gli esseri umani, non stupisce che ci facciano dono di questo prezioso segno di affetto e di gratitudine. (pp. 113-114).

Il libro è diviso in capitoli spesso avvincenti, ricchi di sorprese, ma soprattutto di spiegazioni dettagliate che gettano luce sui nostri amici a quattro zampe, insegnandoci a conoscerli meglio e, quindi, a educarli, pur nel rispetto della loro specie. Un’avvertenza, tuttavia, è d’obbligo, anche se evidente già nel titolo: la lettura è consigliata solo a un pubblico di gattofili, pena una noia mortale.

Il libro

Stephen Budiansky, The character of cats, Weidenfeld & Nicolson 2002 pp. 224

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