La fecondazione assistita per salvare il rinoceronte bianco

(Foto: Make it Kenya /Fllickr/CC)

Buone notizie per il rinoceronte bianco del Nord. La specie di mammifero più minacciata al mondo potrebbe in futuro ripopolare la Terra grazie alla fecondazione assistita. Ad oggi sono in vita solo due femmine. L’ultimo esemplare maschio, Sudan, è morto a marzo scorso. Ma una ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, apre la porta alla speranza di poter tornare ad ammirare altri esemplari di questa specie.

Un team internazionale di ricercatori ha infatti creato in provetta i primi embrioni ibridi, grazie alla fecondazione degli ovociti prelevati dalle femmine di rinoceronte bianco del Sud con gli spermatozoi crioconservati, prelevati dagli ultimi maschi poi deceduti, della specie del Nord.

Tra gli autori dello studio compaiono anche tre scienziati del laboratorio di tecnologie avanzate per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica Avantea: Silvia Colleoni, Cesare Galli e Giovanna Lazzari. Quest’ultimi in particolare avevano già clonato, per primi, la cavalla Prometea e il toro Galileo. E proprio in Italia, nel laboratorio del centro di Cremona, gli ovociti prelevati sono stati trasportati per la successiva maturazione in vitro, fecondazione e cultura dell’embrione.

La ricerca è innovativa perché è il primo tentativo in vitro per ottenere gli embrioni dopo una serie di fallimenti di riproduzione naturale andati a vuoto. “Operiamo in un campo da scoprire – spiega a Galileo Silvia Colleoni – perché la fisiologia riproduttiva di queste specie in estinzione come questa è ancora poco nota”. Senza dimenticare che la manipolazione dell’animale è molto difficile vista la sua stazza imponente (fino a 4 metri di lunghezza senza calcolare la coda, per un massimo di 4 tonnellate di peso). “Sono animali diversi, per esempio, dai cavalli – aggiunge Colleoni – abituati alla presenza umana”.

Dai primi due embrioni ottenuti, non ibridi ma puri, sono state derivate inoltre due linee cellulari di embrionali staminali “che si possono poi differenziare in eventuali gameti – precisa Colleoni – un risultato già stato raggiunto negli studi sul topo e che potrebbe essere riprodotto in altre specie”.

Il momento per festeggiare la nascita di un rinoceronte bianco del Nord, tuttavia, non è immediato. “Come primo passo – prevede la ricercatrice – verranno impiantati gli embrioni nelle femmine del Sud presenti in cattività in Europa. L’obiettivo successivo sarà prelevare ovociti dalle due femmine del Nord ancora esistenti al fine di ottenere embrioni puri, ma sarà più complicato in quanto si attende ancora il via libera da parte del Kenya, paese dove risiedono i due esemplari”.

La scomparsa del rinoceronte bianco del Nord è da imputare principalmente agli uomini che lo hanno cacciato per il suo corno, considerato un rimedio medico in Cina, Taiwan, Singapore e Honk Hong, o usato come manico dei pugnali in Africa e in Medio Oriente. La nuova ricerca, secondo gli autori, potrebbe avere un impatto ancora più ampio se venisse applicata con successo ad altre specie di grandi mammiferi in via di estinzione.

Riferimenti: Nature Communications

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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