Aggiungere solfato di ferro alle acque dei mari, per aumentare il plancton e combattere così il surriscaldamento terrestre. È la strategia proposta da un gruppo di ricercatori statunitensi su Science. Il ferro è un elemento essenziale per lo sviluppo delle piante. La maggior parte del ferro presente nell’Oceano proviene dalle particelle di terreno trasportate dal vento, ma sembra che negli ultimi decenni la percentuale di ferro contenuto nell’acqua sia diminuita, ostacolando a sua volta lo sviluppo del plancton, che assorbe naturalmente l’anidride carbonica dall’atmosfera. Nel 2002 un gruppo di oceanografi californiani guidati da James Bishop ha rovesciato circa 1,7 tonnellate di solfato di ferro un tratto dell’Oceano Antartico per fertilizzare il plancton. In seguito hanno usato rilevatori galleggianti per registrare il flusso di carbonio. I risultati, pubblicati ora su Science, mostrano un aumento complessivo della biomassa depositata sul fondo dell’oceano, e quindi sottratta all’atmosfera. I ricercatori hanno stimato che solamente sperimentando nell’Oceano Antartico questa nuova tecnica si potrebbe ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera di circa un 15 per cento. A ogni atomo di ferro potrebbero infatti corrispondere dai 10.000 ai 100.000 atomi di carbonio sottratti dall’atmosfera. Altri ricercatori, guidati dal biologo oceanografico Victor Smetacek, stanno però valutando i rischi di tale tecnica. Una proliferazione artificiale del plancton potrebbe infatti causare cambiamenti sostanziali dell’ecosistema marino. (m.z.)
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