Spazio

Geminidi: come osservare le stelle cadenti di dicembre

Luminose, intense, rapide. Come ogni anno le Geminidi tornano puntuali nel cielo di dicembre – un mese peraltro già ricco di spettacoli celesti, come la cometa Wirtanen. Il picco di luminosità delle stelle cadenti generate dal passaggio di questo sciame meteorico sarà fra il 13 e il 14 dicembre, ma le Geminidi saranno ben visibili nel cielo notturno già dal 10 dicembre, e continueranno a splendere fino al 19. Lo spettacolo, come sempre, è assicurato: si tratta infatti dello sciame di meteore più intenso dell’anno, insieme a quello delle Perseidi, che danno vita alle stelle cadenti visibili nella notte di San Lorenzo.

Come osservarle

In corrispondenza del picco di luminosità, gli scienziati prevedono un tasso di circa 100-120 meteore all’ora. Lo spettacolo, inoltre, sarà reso ancora più visibile dalla quasi totale assenza della Luna, dato che siamo in fase di Luna nuova (mentre dal 15 dicembre 2018 si entra nel primo quarto).

Il tutto condizioni meteo e inquinamento luminoso permettendo: il consiglio, infatti, è quello di spostarsi dalle luci della città, e osservare lo spettacolo in zone meno illuminate. Per goderne appieno bisogna volgere lo sguardo verso il radiante, ovvero il punto del cielo da cui le stelle sembrano provenire. Questo punto è prossimo alla Costellazione dei Gemelli (in latino Gemini, da cui viene il nome Geminidi), in particolare a nord ovest della stella Castore, riferiscono dall’Unione astrofili italiani.

Come nascono le stelle cadenti

Le stelle cadenti nella maggior parte dei casi sono frammenti e polveri che si staccano dalle comete. A differenza delle tradizionali stelle cadenti, le Geminidi provengono invece non da una cometa ma da un asteroide (o da una cometa rocciosa simile a un asteroide), chiamato 3200 Phaeton. Scoperto nel 1983 attraverso l’Infrared Astronomical Satellite della Nasa, l’asteroide 3200 Phaeton passa quasi ogni anno e mezzo (ogni 1,4 anni) intorno al Sole. Molto simile a una cometa – potrebbe infatti anche essere una cometa rocciosa – prende tradizionalmente il nome da Fetonte, la figura mitologica che perse il controllo del carro del Sole, bruciando, secondo il mito, il tratto del cielo che corrisponde alla Via Lattea.

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

2 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

5 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

1 settimana fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

1 settimana fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più