Giglio acquatico, un fossile vivente, tra gimnosperme e angiosperme

Il Giglio d’acqua sarebbe l’anello mancante nella evoluzione delle angiosperme, le piante da fiore, a partire dalle più antiche gimnosperme, i comuni pini e le altre conifere. Così un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado, in uno studio pubblicato su Nature, avrebbe svelato l’enigma che per più di un secolo ha interessato i biologi: come si è formato l’endosperma triploide.

Il seme delle piante da fiore è composto da due parti: l’embrione e l’endosperma, un tessuto con funzioni nutritive che ha un assetto genetico triploide, cioè ogni cromosoma è presente in tre copie, due di origine materna e una di origine paterna. Nelle conifere, invece, il tessuto nutritivo dell’embrione ha un assetto aploide.

Joseph Williams e William Friedman hanno studiato la famiglia dei gigli d’acqua che, come mostrano i reperti fossili e alcune recenti analisi a livello molecolare, rappresentano una delle più antiche famiglie di angiosperme. Utilizzando la microscopia a fluorescenza, i ricercatori hanno analizzato il Dna dell’endosperma di Nuphar polysepalum e hanno scoperto che il suo assetto cromosomico è diploide. Hanno concluso quindi che il giglio d’acqua è proprio un fossile vivente e che rappresenta una forma intermedia nell’evoluzione delle angiosperme. (p.m.)

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