Società

A piedi nudi nella grotta della Bàsura, 14.000 anni fa [VIDEO]

Due adulti e tre bambini si inoltrano in una caverna. Armati di torce, la esplorano in lungo e in largo, camminando a piedi nudi, strisciando nei cunicoli più angusti fino a raggiungere la sala più recondita, a 400 metri dall’ingresso. Questa è la storia che raccontano le impronte lasciate 14 mila anni fa nella Grotta della Bàsura a Toirano, in Liguria, e che riportano sulle pagine di eLife i ricercatori del Museo delle scienze (MUSE) di Trento che le hanno studiate. Scoprendo nella grotta della Bàsura anche altre tracce di quella esplorazione paleolitica: frammenti delle torce di legno utilizzate per far luce lungo il percorso.

Giocare con l’argilla

Nella grotta della Bàsura si contano 180 tracce orme umane e animali. Una serie di tracce, però, dal 2016 ha cominciato ad attirare l’attenzione dei ricercatori: quelle della “Sala dei misteri”. Un’analisi approfondita del pavimento dell’area, con rilievi morfometrici tridimensionali e tecniche della medicina forense, ha rivelato che le impronte appartenevano a tre individui. Tre bambini, per la precisione: il più grande, sui 10 anni, alto 135 cm, uno di sei-sette anni, alto 110 cm, e il più piccolo, tre anni, alto 87 cm. A quanto pare i tre si sono divertiti nella loro esplorazione. Sulle pareti ci sono infatti impronte di mani sporche di argilla.

Da alcuni indizi, i ricercatori ipotizzano addirittura la dinamica: il più piccolo doveva aver scavato una buca e vi si era accovacciato, imbrattandosi così nell’argilla che, nel frattempo, gli altri due usavano per imbrattare la roccia, lasciando lunghe scie di terra.

Le impronte dell’adolescente. Crediti immagine: MUSE

Le prime impronte di camminata a carponi

Tra il 2017 e il 2018 le ricerche sono concentrate in un’altra sezione della grotta di Bàsura, chiamata il “Corridoio delle impronte” e popolata da tracce dello stesso periodo. Qui i ricercatori hanno tirato un sospiro di sollievo: i tre pargoli non si erano inoltrati da soli nella grotta ma erano accompagnati da due adulti, a quanto raccontano le impronte. In una strettoia, un passaggio angusto alto appena 80 cm, i ricercatori hanno persino scoperto la prima camminata a carponi fossile, con le impronte delle ginocchia e dei metatarsi degli esploratori impressi nell’argilla. Proprio grazie alla misura della distanza tra ginocchio e piede, i ricercatori hanno ricostruito l’altezza degli adulti, alti tra 150 e 167 cm. I due avevano tracciato la via e attraversato dei passaggi molto stretti muovendosi a carponi.

Le tracce della camminata a carponi. Crediti immagine: MUSE

L’esplorazione della grotta della Bàsura

Tutti i membri del gruppo erano a gambe nude sicché, probabilmente, si erano inoltrati nella caverna durante la tarda primavera o l’estate, senza rischiare di incontrare gli orsi che sceglievano la grotta di Basura come rifugio per l’inverno.


Ricostruzione virtuale dell’esplorazione del “Corridoio delle impronte” nella grotta della Bàsura. Credit: MUSE – Isabella Salvador e Filippo Menolli.

Sullo stesso livello delle orme, i ricercatori hanno trovato decine di frammenti di legno carbonizzato. Rametti di 2-3 centimetri di diametro, che riuniti in fasci facevano da torce per l’esplorazione. Ma perché i cinque si erano spinti così dentro la grotta? Il motivo sfugge ancora ai ricercatori. È però vero che nel Paleolitico (e per miglia di anni sino ai giorni nostri) le caverne hanno affascinato gli esseri umani, come testimoniano migliaia di siti in tutto il mondo, talvolta anche ricoperti da pitture rupestri.

Riferimenti: eLife

Crediti immagine: MUSE

Giancarlo Cinini

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