Guida rapida per cervelloni

Emily Anthes & Scientific American
Guida rapida per cervelloni: la mente
Feltrinelli 2010, pp. 221, euro 9,00

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Se abbiamo qualche chilo di troppo potrebbe esserci lo zampino dell’ipotalamo; se riusciamo a tenerci in piedi anche dopo un buon drink è merito del cervelletto; se cadiamo in preda alla paura probabilmente c’è di mezzo l’amigdala. Il cervello è una macchina perfetta che non soltanto produce pensieri ed emozioni, ma è anche alla base di tutte le funzioni vitali, dal mangiare al camminare, dal sentire dolore all’elaborare un concetto. A svelarci i suoi segreti è la giornalista Emily Anthes, specializzata in divulgazione scientifica al Massachusetts Institute of Technology, che in collaborazione con la redazione del Scientific American, ha scritto questo un manualetto di agile consultazione, dove sono racchiuse le notizie essenziali ed aggiornate su quella meraviglia unica che è la mente umana.

Della grandezza di un pompelmo, il cervello della specie homo pesa circa 1400 grammi ed è costituito in gran parte da cellule chiamate neuroni, che sono un po’ come i suoi “mattoni”. I neuroni sono specializzati nella trasmissione di messaggi nervosi, e per questo sono formati, oltre che da un corpo cellulare, da microscopiche strutture tubolari che sono come delle gallerie in cui viaggiano gli impulsi: gli assoni, che agiscono come canali trasmettenti da cui partono i segnali, e i dendriti, che funzionano invece come canali riceventi su cui i segnali confluiscono. Il cervello nel suo complesso contiene un numero imprecisato di neuroni, che gli scienziati stimano attorno al centinaio di miliardi Il suo aspetto è soffice ed è di colore rosso sangue. Non c’è da stupirsene: è infatti alla testa che va un quinto di tutto il sangue del nostro corpo.

Sfogliando le prime pagine del libro scopriamo che anche il cervello ha i suoi illustri sconosciuti: la glia, per esempio, che è la colla che tiene uniti i neuroni. Pur essendo state scoperte nell’Ottocento, le cellule gliali sono state a lungo sottovalutate dagli scienziati, che si sono concentrati soprattutto su ciò che questi “non neuroni” sono incapaci di fare, come generare segnali elettrici, mentre solo recentemente stanno scoprendo che potrebbero giocare un ruolo importante nei processi dell’apprendimento e della memoria. La glia non è però l’unico inquilino del cervello ad essere rimasto a lungo nell’angolo dei laboratori scientifici. Anche la materia bianca è stata trattata piuttosto ingiustamente, perché si pensava che si limitasse a trasmettere le informazioni elaborate dalla materia grigia, mentre recentemente è stato dimostrato che anche gli assoni della sostanza bianca hanno un ruolo attivo nella produzione delle informazioni. Agli antipodi troviamo la corteccia cerebrale, che è da sempre la favorita degli studi scientifici dal momento che è qui che avvengono i processi di elaborazione superiore. Di questi ci da un’idea il terzo capitolo, che passa in rassegna tutte le funzioni più tipicamente umane, dall’apprendimento al linguaggio, dal senso dell’umorismo alla capacità di prendere delle decisioni.

Leggendo ci rendiamo conto che la memoria non è una facoltà unica, e che esistono piuttosto diversi tipi di memoria, ciascuna controllata da una diversa parte del cervello. Così se impariamo ad andare in bicicletta ad attivarsi sarà il cervelletto, mentre se studiamo una poesia a memoria entreranno in campo l’ippocampo e la corteccia cerebrale. Ma i ricordi che s’imprimono con maggior forza nella nostra mente sono quelli legati alle emozioni: il primo bacio, un brutto incidente. In questi casi entra in gioco la noradrenalina, un messaggero chimico che ha un effetto di rinforzo sulle nuove connessioni che si stanno formando. Da un altro messaggero chimico, la dopamina, dipende invece la cosa più importante della nostra vita: la felicità. Se infatti la felicità coincide almeno in parte con il piacere, siamo in grado di dire da dove ha origine, ovvero dai cosiddetti centri del piacere che sono in grado di generare delle sensazioni di benessere. Stimolandoli, è possibile aumentare automaticamente il tono dell’umore. Insomma, la felicità ha a che fare con la chimica molto più di quanto siamo abituati a pensare. Ciò spiega anche perché si trova cosi uniformemente distribuita nella popolazione, indipendentemente dalle variabili di sesso, etnia, età, classe e livello d’istruzione. Non bisogna comunque esagerare ad attribuire tutto alla dopamina, perché indubbiamente ci sono anche altri fattori che influenzano il nostro livello di benessere. Chi è sposato, per esempio, ha qualche probabilità in più di essere felice rispetto a chi non lo è, e cosi chi vive in Danimarca rispetto a chi vive in Sierra Leone: le donne hanno il doppio delle possibilità degli uomini di andare incontro a fenomeni depressivi.

La depressione, comunque, è ben più di una semplice assenza di piacere e produce effetti ben riconoscibili nel cervello, analoghi a quelli dello stress cronico: la concentrazione di serotonina si riduce, i meccanismi di controllo della noradrenalina si alterano e crescono i livelli di cortisolo. Il quarto capitolo ci fornisce l’identikit di un cervello danneggiato, passando in rassegna problemi più o meno gravi, dall’emicrania all’ictus, dai disturbi del sonno all’autismo. Per fortuna il capitolo successivo ci tira su un po’ il morale presentandoci rimedi e strategie, come gli psicofarmaci e la psicoterapia, gli interventi di chirurgia e le varie forme di stimolazione, ma anche le terapie geniche e gli arti artificiali. Con gli arti fantasma ha invece inizio il capitolo successivo “Potere della cultura. Metamorfosi del cervello”: immaginate che un dito vi sia stato amputato ma che proviate comunque la sensazione che quel dito vi venga sfiorato ogni volta che qualcuno vi tocca il volto. Si tratta di un fenomeno diffuso che prova la neuroplasticità, ossia la straordinaria capacità del cervello adulto di rimodellarsi a seconda delle circostanze. Per sfruttare l’attitudine del cervello a trasformarsi e a dare il meglio di sé, la guida ci fornisce tutta una serie di indicazioni utili.

Innanzitutto il cervello si mantiene in efficienza grazie all’esercizio fisico, che oltre ad innalzare il tono dell’umore e ridurre il rischio di demenza senile può anche avere l’effetto di aumentare i livelli del fattore neutrofico cerebrale, una sostanza che stimola la crescita, la comunicazione e la sopravvivenza dei neuroni. Per un cervello in piena forma è poi essenziale un’alimentazione adeguata, ricca di frutta e verdura ma povera di calorie e grassi saturi. Anche gli stimolanti come la caffeina possono aiutare a migliorare le performance della nostra mente, ma non bisogna esagerare: se mai vi venisse in mente di scolarvi cento tazze di caffè in un giorno, sappiate che possono essere letali! Fareste allora meglio a dedicarvi alle attività che fanno bene al cervello: concedetevi una pausa davanti a un videogioco, ascoltate la musica e, soprattutto, praticate la meditazione.

Il libro si chiude con uno sguardo al cervello individuale, affronta i temi della genetica, della personalità e dell’orientamento sessuale, per poi concludersi con una panoramica del cervello nelle varie età della vita  e con sezioni dedicate all’evoluzione, alla mente degli animali e alla coscienza. A questo punto abbiamo imparato un sacco di cose.

2 Commenti

  1. E’ una continua “RICERCA”, per l’ ESSEREumano, la salute psichicofisica, assolutamente da non trascurare. Felici dell’ uscita del libro, che risponderà a noi e ci fornirà una nuova “CONOSCENZA”. Riuscire così, a VIVERE la n/ vita nel migliore dei modi e si spera, in continua SALUTE!…

  2. Grazie per l’ottima ed interessante recensione.
    Il ruolo delle glia nel sostegno delle interconnessioni mi sembra possa aprire una porta importante per la comprensione di molti fattori legati alla salute psico-fisica. Condivido subito

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