Hiv, Crispr elimina il virus nei topi

hiv
(Foto: Niaid/Flickr/CC)

Per eradicare l’hiv in chi già ha contratto l’infezione, in futuro un aiuto potrebbe arrivare dalla tecnica di modifica genetica, ormai molto studiata, Crispr-Cas9. Oggi, un gruppo di ricerca coordinato dalla Temple University, ha studiato, su modelli animali, un trattamento combinato composto da antiretrovirali di ultima concezione insieme alla tecnica Crispr-Cas9 che serve per liberare il dna del virus dalle cellule intaccate. Questa combinazione è stata in grado di eradicare il virus in maniera più efficace rispetto alla sola applicazione di Crispr.

risultati sono pubblicati su Nature Medicine.

Anche se apre una strada di ricerca più ampia, il risultato di oggi è stato ottenuto su modello animale (ma c’è stato un caso, diverso da quello di oggi, molto noto alle cronache e fortemente condannato dalla comunità scientifica, in cui Crispr-Cas9 è stato impiegato per modificare geneticamente due bambine e renderle immuni dall’hiv).

La terapia antiretrovirale

Attualmente la terapia d’elezione contro le infezioni da hiv è quella antiretrovirale (Art) che sopprime la replicazione del virus anche se non lo elimina completamente – non lo eradica – dal corpo e che deve essere assunta tutta la vita. Se il trattamento viene interrotto l’infezione riprende forza attraverso la replicazione del virus e può portare allo sviluppo dell’Aids. Questa ripresa è attribuita direttamente alla capacità del virus di integrare il suo dna nel genoma delle cellule del sistema immunitario dove rimane silente e non riesce a essere raggiunta dagli antiretrovirali.

Crispr-Cas9 contro l’hiv

In  precedenza, il gruppo di ricerca della Temple University della aveva sviluppato una tecnologia basata su Crispr-Cas9, con un sistema che trasporta la terapia genica con l’obiettivo di rimuovere il dna dell’hiv dal genoma di queste cellule in cui si annida nascondendosi. Gli autori hanno dimostrato che nei ratti e nei topi Crispr potrebbe essere in grado di rimuovere in maniera efficace ampi frammenti di dna dell’hiv dalle cellule infettate, modificando in maniera significativa l’espressione del gene del virus. Tuttavia, proprio come la terapia antiretrovirale, l’editing genetico non è riuscito a eliminare completamente l’hiv dagli animali.

Lo studio

Per questo i ricercatori hanno cercato di combinare la tecnica di editing con una strategia terapeutica recentemente sviluppata, sempre basata sugli antiretrovirali, nota come “long-acting slow effective release antiretroviral therapy” (sigla Laser Art) che rallenta la dissoluzione del farmaco, aumenta la durata della sua azione e riduce la frequenza della somministrazione. Queste modifiche sono state rese possibili grazie a variazioni farmacologiche della struttura chimica dei farmaci antiretrovirali. I farmaci sono stati impacchettati in nanocristalli (cristalli della dimensione dei nanometri, milionesimi di millimetro) per una migliore distribuzione verso i tessuti che contengono più probabilmente il virus nascosto. “Abbiamo voluto vedere se il Laser art possa sopprimere la replicazione dell’Hiv”, ha spiegato coautore Kamel Khalili, che ha coordinato lo studio, “tanto da permettere poi a Crispr-Cas9 di liberare completamente le cellule dal dna del virus”.

Per testare questo approccio, gli autori hanno utilizzato topi ingegnerizzati che producevano linfociti T umani suscettibili all’infezione dell’hiv. Una volta contratto il virus, gli animali venivano trattati con la Laser Art e poi con la tecnica Crispr-Cas9.

I risultati

Combinando queste due strategie i ricercatori sono riusciti a raggiungere l’obiettivo. Alla fine del trattamento, infatti, in circa un terzo dei topi infetti il virus era stato completamente eradicato. “Il nostro studio”, aggiunge Khalili, “mostra che prima un trattamento per sopprimere la replicazione dell’hiv e poi una terapia basata sull’editing genetico, quando somministrati in questa sequenza, possono eliminare l’hiv dalle cellule e dagli organi di animali infetti”.

“Ora – conclude l’autore – abbiamo un percorso chiaro in cui muoverci per realizzare trial in primati non umani e possibilmente trial clinici in pazienti all’interno di un anno”.

Via: Wired.it

Leggi anche su Galileo: Hiv: le cure e le sfide della ricerca oggi

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here