Il batterio Matusalemme

Una colonia di batteri che vive in condizioni estreme da più di 500 mila anni è stata ritrovata dal gruppo di ricerca di Eske Willerslev dell’Università di Copenhagen. L’importante scoperta, fatta scavando negli strati più profondi di permafrost della Siberia e del Canada, è stata pubblicata sul numero di agosto della rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Science).

I ricercatori hanno dimostrato che i batteri erano ancora in vita visto che continuavano ad assumere nutrienti e a rilasciare anidride carbonica. Il fatto di essere rimasti intrappolati nel permafrost, terreno congelatosi durante l’ultima glaciazione avvenuta 10mila anni fa, ha infatti consentito a queste forme primordiali di vita di avere sempre a disposizione nutrienti. Proprio le risorse di cui i batteri si sono cibati hanno contribuito a mantenere il Dna integro, anche se i ricercatori hanno calcolato che questa condizione non si sarebbe mantenuta all’infinito. “Il limite per la vita nel permafrost sembra essere di 600 mila anni. Dopo i 750 mila, invece, i batteri intrappolati sembrano essere completamente morti”, ha detto Willerslev. Nel lungo periodo di isolamento, i batteri ritrovati non si sono riprodotti, ma non sono neanche entrati nello stato di quiescenza in cui il metabolismo si sarebbe arrestato.

Al di là della curiosità della scoperta, uno studio approfondito di questi batteri può aiutare a capire meglio i meccanismi che portano all’invecchiamento cellulare. Inoltre, il lavoro suggerisce che se esistesse una forma di vita batterica su Marte o su Europa, uno dei satelliti di Giove, questa potrebbe essere nascosta nei ghiacci. (s.m.)

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