Il Bosone di Higgs suona così

 

Che suono ha l’agognata scoperta del bosone di Higgs? Ascoltatelo voi stessi, tenendo le orecchie bene aperte intorno ai 3,5 secondi dell’audio, nella versione solo piano o in quella con tanto di basso, xilofono, marimba e percussioni. È questa la musica (con tanto di spartito) della famosa particella, ricostruita da Domenico Vicinanza del progetto DanteMariapaola Sorrentino dell’Astra Project di Cambridge e Giuseppe La Rocca dell’Infn di Catania. Tutto grazie a una tecnica a metà strada tra arte scienza: la sonificazione

In pratica gli scienziati hanno convertito in note i risultati dell’esperimento Atlas che, insieme a Cms, ha scovato la sfuggente particella. Il nuovo risultato è condivisibile e apprezzabile anche dal pubblico dei meno esperti. Per questa speciale traduzione – usata anche per ascoltare l’attività vulcanica – il requisito fondamentale è avere a disposizione una potenza computazionale enorme. Nel caso della melodia dell’Higgs, l’ha fornita il network Géant (che raggiunge la velocità di 10 Gbps) e la rete di grid computing (un sistema di calcolo distribuito, con più computer al lavoro in luoghi diversi) Egi. La stessa infrastruttura, racconta Vicinanza, a capo del progetto di sonificazione, che è stata usata per analizzare i dati degli esperimenti ed estrapolarne i grafici

“La sonificazione dell’Higgs è una rappresentazione alternativa del grafico di distribuzione energetica”, spiega il ricercatore: “Offre la stessa informazione qualitativa e quantitativa contenuta nel grafico, solo convertita in note. Ascoltandola, la melodia potrebbe far sì che un ricercatore cieco capisca esattamente dove si trova il picco dell’Higgs e quanto grande sia questa evidenza. Allo stesso tempo, questo fornisce a un musicista l’opportunità di esplorare l’affascinante mondo della fisica delle alte energie suonando le sue meraviglie”. Ma la musica di Higgs è solo uno dei progetti su cui sono al lavoro i ricercatori che, perfezionando tecnica e algoritmi, sperano di migliorare l’analisi dei dati così da poter ascoltare tutta “la bellezza dell’Universo subnucleare”, suggerisce Vicinanza.

via wired.it

Credit per l’immagine: Cern

2 Commenti

  1. Hanno speso milioni e milioni per mettere in corto circuito una batteria, complimenti! Con 3 euro potevate fare di meglio! Come tutti quelli che NON sono mai andati sulla luna.

  2. Non approverete e non pubblicherete mai ciò che ho scritto perché: vivete dell’ignoranza delle persone e dei loro soldi (siete Parassiti). Bosone H: una pila in corto circuito, molte scintille.

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