Roccioso, con massa, dimensioni e densità simili a quelle del nostro pianeta. E’ Kepler 78-b, l’esopianeta più somigliante alla Terra scovato finora, identificato grazie allo strumento HARPS-N installato al Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie, un progetto cui collabora anche dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Simile però solo fino a un certo punto: Kepler 78-b (già avvistato dal satellite Kepler della Nasa) orbita molto vicino alla sua stella (Kepler-78), impiegando poco più di otto ore per compiere una rivoluzione, lasciando suppore temperature altissime sulla sua superficie.
Presentato sulle pagine di Nature grazie alla pubblicazione simultanea di due studi (uno guidato dal gruppo di Andrew W.Howard della University of Hawaii di Manoa e l’altro da Francesco Pepe dell’Osservatorio di Ginevra, on collaborazione con diversi ricercatori dell’Inaf), Kepler 78-b orbita una stella che si trova nella costellazione del Cigno, a circa 400 anni luce da qui, più piccola e meno massiva del Sole, scrive la Nasa. Lo studio e la caratterizzazione dell’esopianeta sono stati possibili grazie a un lavoro combinato di diversi strumenti: il telescopio spaziale Kepler e i terrestri del Keck Observatory (nelle Hawaii) e lo strumento Harps-N, per l’appunto.
Francesco Pepe, commentando i risultati e riferendosi alle potenzialità di Harps-N ha detto: “Questo strumento fornirà ulteriori sorprendenti risultati e, forse, troveremo un pianeta extrasolare abitabile con caratteristiche simili alla Terra. Il futuro sta nella combinazione di tutte le tecniche e le strumentazioni per ottenere un quadro globale di come gli esopianeti sono fatti, di come si formano e si evolvono”.
Riferimenti: Inaf, Nasa
Credits immagine: David A. Aguilar (CfA) via Nasa
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