Il pianeta verso il collasso

Gli ecosistemi naturali si stanno degradando a un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana. Al ritmo attuale, entro il 2050 la popolazione mondiale avrà esaurito tutte le risorse del pianeta e per soddisfare la domanda di consumi servirebbe un’altra Terra. È questo lo scenario disegnato dal Living Planet Report 2006, l’ultimo rapporto del Wwf giunto alla sua sesta edizione e lanciato a livello mondiale proprio da uno dei paesi a più rapido sviluppo, la Cina.

Lo studio, che per due anni ha analizzato il ritmo di consumo di risorse come il terreno fertile, l’acqua, le risorse forestali, le specie animali, comprese le risorse ittiche, stima che di questo passo entro la metà del secolo la specie umana raggiungerà un ritmo di consumo pari al doppio della capacità offerta dal pianeta. La velocità dei consumi, gli scarti delle attività umane uniti alla progressiva riduzione della biodiversità hanno portato il pianeta a una situazione di debito bioproduttivo, che lo stanno spingendo al collasso. Due in particolare gli indici che suggeriscono il continuo impoverimento naturale: la riduzione delle specie terrestri di quasi un terzo negli ultimi trent’anni e l’aumento dei gas serra.

Per quanto riguarda l’impronta ecologica, cioè l’impatto umano sulla Terra, nella classifica mondiale stilata dal rapporto l’Italia figura al 29esimo posto, ma è in coda rispetto al resto dei paesi europei. La Cina si pone al 69mo posto, più o meno a metà. Secondo gli esperti, nel prossimo futuro la sua crescita economica giocherà un ruolo chiave nell’uso sostenibile delle risorse del pianeta. (m.cap.)

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