Il pianoforte del terzo millennio

“Lo strumento è la musica”, si potrebbe dire parafrasando la famosa asserzione di McLuhann. Affermazione non peregrina e confortata da nobili esempi, come nel caso del passaggio dal clavicembalo al pianoforte, che secondo molti contribuì in maniera determinate alla nascita della musica romantica. Come cambia, allora, la musica contemporanea se una parte fondamentale dello strumento che la produce è costituito da Internet? Una prima risposta assai spettacolare l’hanno fornita il compositore-musicista Romeo Scaccia e un gruppo di ricercatori dell’Accademia di belle arti di Macerata. Nella notte del 16 luglio scorso, all’interno della rassegna “Internet City Works”, si è tenuto nella città marchigiana “CONNECTmusicART”: un “Concerto per strumenti in piazza e in remoto ” con l’utilizzo di due “Disklavier” collegati via Internet. Un musicista a Cagliari, uno a Macerata, con contributi in arrivo anche da Amsterdam e Colonia, il tutto coordinato da un server che sta negli Stati Uniti. Insomma, un primo esperimento di jam session planetaria telematica.

La cosa funziona così: a Cagliari un musicista esegue un brano su uno speciale pianoforte chiamato Disklavier. Contemporaneamente a Macerata un pianoforte identico, collegato via Internet al primo suona la stessa musica senza che nessuno sia seduto alla tastiera. Lo spettatore di Macerata, in altri termini, vede i tasti del pianoforte alzarsi ed abbassarsi e produrre lo stesso suono che in quel momento viene udito dagli spettatori sardi.

L’aspetto fondamentale è che da Cagliari non c’è trasmissione di musica, come avviene con la televisione, la radio o con i software a campionamento per Internet (come Real Audio). Tutti questi sistemi, infatti, comportano una parziale ma inevitabile perdita di informazione. Quella che viene trasmessa è l’informazione necessaria perché il pianoforte a Macerata suoni da solo. E siccome il pianoforte ricevente e del tutto identico a quello emittente, a Macerata si ascolta esattamente quello che in quel momento si sente a Cagliari.

La spiegazione di questo strano modo di fare musica sta tutta nelle tecnologie adottate. Il Disklavier prodotto dalla Yamaha è un pianoforte acustico con un apparato elettronico che registra la pressione meccanica dei tasti. Il segnale memorizzato non è composto, dunque, da informazioni audio, ma da una sequenza di bit che codificano i movimenti e le pressioni dei tasti con le esatte scansioni e pulsazioni ritmiche degli eventi e delle note musicali. Un interfaccia Midi invia poi il segnale via Internet al server “Ruksun Tech” in Usa, e da lì rimbalza in tempo reale nelle Marche.

Mentre il concerto avanza e nella città marchigiana il pianoforte suona da solo la stessa musica che viene contemporaneamente eseguita a Cagliari, a Macerata Romeo Scaccia si mette alla tastiera. Il concerto diventa allora a quattro mani, salvo che due stanno nella piazza cittadina e due di là del mare, in Sardegna. Ma non basta: con un sistema di connessione a larga banda, da Amsterdam interviene anche il pianista jazz Michiel Borstlap, mentre L’Accademia d’arte di Colonia invia immagini da proiettare sulla facciata dei monumenti circostanti.

Ma il cyberspazio non modifica solo il modo di fare musica: anche la fruizione e l’ascolto possono cambiare profondamente. Infatti, grazie alle tecnologie offerte da Tiscali, in collaborazione con Wallnet, tutti gli utenti collegati in rete hanno potuto seguire il concerto “dal vivo” anche da casa. Un risultato reso possibile dal nuovo modello di trasmissione dati “multicast”, una tecnologia che (come il “broadcasting” televisivo) consente di inviare in Internet un ottimo segnale a moltissimi utenti collegati contemporaneamente, eliminando i difetti dovuti a un elevato numero di contatti contemporanei sullo stesso server.

“E’ la prima volta che si fa un uso così massiccio e combinato di diverse tecnologie”, ha detto Michele Fabbri che, con il regista Ezio Cuoghi, ha ideato l’evento, “la creatività in real time ha perduto il vincolo della condivisione dello spazio fisico, e Internet sta iniziando a proporre modalità di espressione e fruizione artistica assolutamente nuove e ricche di sorprese. E credo sia solo l’inizio”. Esattamente come accadde nel Settecento con la nascita del “forte piano” dal clavicembalo, che, a ben vedere, è poi il nonno del Disklavier.

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