Il rospo? Una tempra di pioniere

bufo bufo in postura difensiva

Ghiandole velenose, grasso di riserva e una copiosa deposizione di uova. Ecco quattro delle sette caratteristiche fisiologiche e morfologiche che hanno garantito il successo planetario dei rospi nei milioni di anni trascorsi dalla loro comparsa. Le ha individuate e descritte un team internazionale di ricercatori, tra cui Michele Menegon, biologo del Museo Tridentino di Scienze Naturali, in uno studio su Science. Le altre quattro carte vincenti del rospo – ovvero dei bufonidi – sono le grandi dimensioni e la possibilità di sopravvivere lontano dall’acqua in età adulta, la capacità di sfruttare diversi tipi di habitat acquatici per la deposizione di uova e la riproduzione tramite larve (i girini) di piccole dimensioni, con poco dispendio energetico da parte della madre.

Rospi dal Sud America alla conquista del mondo

Secondo i ricercatori, guidati da Ines Van Bocxaler dell’Università di Brusseles, queste  caratteristiche fanno di un organismo un “fenotipo ottimale per la dispersione” (Fod), ovvero una perfetta specie colonizzatrice. Gli animali che le possiedono, come i rospi, sono in grado di sopportare grandi variazioni dei parametri ambientali, di riprodursi ovunque e di difendersi efficacemente dai predatori. “Questo kit di caratteri”, ha raccontato Menegon, “ha consentito ai rospi di occupare gran parte del pianeta in  poco tempo, partendo dal Sud America, dove è iniziata la loro storia evolutiva, attraverso l’Asia e l’Europa e arrivando fino all’Africa. Inoltre ha permesso loro di diversificarsi in molte specie diverse”.

I bufonidi, stirpe di pionieri

Per individuare i tratti che definiscono la propensione di una specie alla dispersione, i ricercatori hanno scelto di studiare specie viventi, perché i reperti fossili sono spesso frammentati e non forniscono molte informazioni sui tessuti molli di un organismo. La scelta è ricaduta sui bufonidi – i rospi, appunto – di cui esistono attualmente cinquecento specie note. Gli studiosi ne hanno analizzate 253 (circa il 43 per cento) comparando caratteri anatomici e fisiologici, mettendoli in relazione con le dimensioni dell’areale (la superficie abitata) e con la storia evolutiva.

I risultati suggeriscono che le caratteristiche favorevoli allo spostamento si sarebbero accumulate più volte in alcuni determinati periodi, portando ripetutamente alla formazione di un fenotipo ottimale. Durante questi periodi, “rospi pionieri” si sarebbero diffusi per dare origine alle diverse specie, altamente specializzate. Questo avrebbe permesso ai bufonidi la rapida conquista del pianeta e la loro attuale distribuzione su tutti e cinque i continenti.

Riferimenti: Science

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