Categorie: Ambiente

Il senso dei pipistrelli per il sangue

Il vampiro comune (Desmodus rotundus), che si nutre di sangue, ha un trucco per individuare il punto migliore in cui affondare i denti e succhiare il sangue delle sue vittime: sensori all’infrarosso per scovare i vasi sanguigni. Si tratta di canali per il passaggio degli ioni localizzati sulla superficie delle cellule dei nervi facciali, capaci di rilevare il calore sprigionato dal sangue in circolo nei vasi superficiali. La scoperta, di un gruppo di ricerca coordinato da Elena Gracheva dell’Università della California – San Francisco, è pubblicata su Nature e, oltre a svelare un nuovo aspetto della fisiologia dei pipistrelli, ne ridisegna l’albero evolutivo.

Tra i vertebrati, sono pochi gli animali che riescono a “sentire” la radiazione infrarossa. I ricercatori già conoscevano le abilità di boa, pitoni e vipere velenose, gli unici serpenti che grazie ai TRPA1, canali ionici localizzati nelle cellule dei nervi trigemini (nervi somatici che arrivano alla bocca e al naso), sono in grado di rilevare il calore generato dal corpo di una preda. Ma i TRPA1 sono canali ionici modificati che, a eccezione di questi serpenti, nei vertebrati non hanno alcuna funzione termorecettrice. Diverso è il discorso dei sensori del vampiro comune.

In questo caso, infatti, i canali ionici sensibili all’infrarosso (chiamati TRPV1) derivano da canali ionici che nei mammiferi hanno già il compito di rilevare le temperature superiori ai 43°C. Si tratta di uno strumento che permette agli animali di evitare ambienti troppo caldi e quindi pericolosi. Ma nei pipistrelli, i ricercatori hanno osservato che i canali non servono a proteggersi dal caldo, ma a cacciare. In effetti, sono leggermente diversi dal modello originario (cioè sono costituiti da proteine più corte del normale), una modifica che li rende sensibili solo a temperature dell’ordine dei 30°C, da cui scaturiscono le radiazioni infrarosse.

Dall’analisi molecolare dei complessi proteici che costituiscono i canali, poi, i ricercatori hanno scoperto grandi somiglianze con quelli presenti nel gruppo dei mammiferi Laurasiatheria (che comprende mucche, talpe e cani), suggerendo una parentela evolutiva tra pipistrelli e questi animali.

Riferimenti: doi:10.1038/nature10245

Martina Saporiti

Laureata in biologia con una tesi sui primati, oggi scrive di scienza e cura uffici stampa. Ha lavorato come free lance per diverse testate - tra cui Le scienze, Il Messaggero, La Stampa - e si occupa di comunicazione collaborando con società ed enti pubblici come l’Accademia dei Lincei.

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