Il telescopio? È liquido

Problema: come deve essere fatto un telescopio in grado di funzionare sulla Luna? La soluzione proposta oggi su Nature, da un gruppo di ricercatori guidati da Ermanno Borra, dell’Università canadese di Laval, è un telescopio liquido. Basato su una particolare combinazione di materiali in grado di riflettere la luce e funzionare anche nelle difficili condizioni ambientali presenti sulla Luna. L’idea di un telescopio liquido risale a studi dello stesso Borra dei primi anni Novanta. Lo studioso, del Center for Optics, Photonics and Laser di Laval, aveva già dimostrato i vantaggi economici e pratici di un telescopio dotato di specchio liquido, e assieme l’importanza che potrebbe avere installare un telescopio sulla superficie lunare, lontano dalle interferenze dell’atmosfera terrestre.

In linea di principio, un telescopio a specchio liquido è costituito da un liquido riflettente, versato in un contenitore che ruota costantemente, in modo da formare una superficie sottile, liscia e di forma parabolica che riflette la luce. Nel 2004 il progetto ha ricevuto sostegno finanziario dalla NASA. Ora, nello studio su Nature, i ricercatori dimostrano di avere trovato il liquido capace di funzionare a temperature dell’ordine di -143 gradi Celsius. Il liquido in questione è stato ottenuto vaporizzando argento sotto vuoto, un risultato mai ottenuto prima almeno nel campo delle applicazioni ottiche. Lo strato così ottenuto è liscio, dotato di alto potere riflettente e rimane stabile per mesi.

Il telescopio lunare cui pensano Borra e colleghi sarebbe costituito da uno specchio di diametro dai 20 ai 100 metri, e sarebbe 1000 volte più sensibile dei telescopi di nuova generazione al momento allo studio. Non sarà realizzato né domani né dopodomani, ammettono i ricercatori. Ma almeno vale la pena di continuare a lavorarci. (n.n.)

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