Ecco perché alcune immagini causano attacchi epilettici

attacchi
(Credit: Hermes et al.)
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(Credit: Hermes et al.)

Circa una persona su diecimila soffre epilessia fotosensibile, una malattia che provoca crisi epilettiche in risposta a particolari stimoli luminosi. Una delle cause scatenanti meglio conosciute è la luce stroboscopica o intermittente, come quella presente in una puntata del cartone animato Pokémon trasmessa in Giappone e che ha fatto finire all’ospedale quasi 700 persone. Ma ci sono casi in cui anche le immagini statiche possono innescare crisi epilettiche. Da tempo i ricercatori hanno cercato di capire quale sia il meccanismo che causa l’epilessia fotosensibile di fronte a certe immagini e non ad altre, ma fino ad oggi non esisteva nessuna spiegazione sistematica. Ora, un gruppo di ricerca che ha raccolto i risultati di diversi studi scientifici, ha identificato nelle onde gamma la causa scatenante delle crisi epilettiche. Il lavoro è stato pubblicato ieri su Current Biology.

Le onde gamma sono una particolare combinazione ripetitiva di picchi di attività cerebrale che può essere misurata nel corso di un elettroencefalogramma. Questo tipo di attività neuronale si presenta nel nostro cervello quando ci troviamo di fronte a certe immagini, ma la comunità scientifica non ha ancora trovato un’interpretazione unanime della loro funzione. Tra le immagini più potenti a innescare le onde gamma ci sono i motivi a righe bianche e nere, specialmente se sono molto contrastate. Quando la dimensione delle strisce, quella dell’intera immagine o la sua nitidezza vengono cambiate, si provocano onde gamma di intensità diversa nel cervello, anche in quello di persone che non soffrono di epilessia.

In questo lavoro, il gruppo di ricerca ha notato che le caratteristiche delle immagini capaci di provocare onde gamma sono le stesse di quelle che hanno la capacità di innescare crisi epilettiche nei pazienti fotosensibili. Questo suggerisce che siano proprio le onde gamma il tipo di attività cerebrale alla base del disturbo.

L’epilessia fotosensibile non è un disturbo molto diffuso, ma la malattia può essere molto grave e debilitante. Oltre a questi pazienti, il 3% della popolazione soffre di forme lievi di fotosensibilità che causano attività neuronali anomale in risposta alla luce. “Anche le persone perfettamente sane possono provare sensazioni sgradevoli o emicranie di fronte alle immagini che causano le crisi nei soggetti epilettici” spiega Dora Hermes dell’University Medical Center di Utrecht, primo nome dello studio.

Questa nuova consapevolezza faciliterà la ricerca nell’ambito dell’epilessia perché sarà possibile analizzare le onde gamma nei pazienti sani senza dover provocare crisi epilettiche nei malati. I ricercatori sono già al lavoro su un progetto di modelling computerizzato per individuare le immagini che “interferiscono” maggiormente con il nostro cervello. In futuro poi potremmo progettare città, palazzi, spazi urbani e arredamenti in modo da proteggere gli epilettici dalle crisi ed evitare qualche fastidioso mal di testa alle persone sensibili alla luce o perfettamente sane.

Riferimenti: Current Biology

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