Informazione e aviaria

Da mesi il mondo è in allarme per l’eventualità di una pandemia influenzale che potrebbe originare dal temuto salto di specie (spillover) – dai polli all’essere umano – del virus H5N1. La moria di volatili ha tenuto banco su giornali, Tv, siti Internet, in una successione quasi ininterrotta di segnalazioni di focolai epidemici, che dal Sud-Est asiatico si sono spinti fino a interessare molti paesi europei, Italia inclusa. Si è così scatenata la psicosi. Non solo nei cittadini, riluttanti ad acquistare uova e carni bianche al supermercato, con conseguente tracollo economico per il settore. Ma anche nei rappresentanti dei governi, che hanno fatto incetta “preventiva” di farmaci antivirali.

Sono modi sensati questi di “correre ai ripari”? E soprattutto, ai ripari da che cosa? Questo agile libretto (om Jefferson, David Frati, Emanuela Grasso Aviaria. L’influenza dei polli, Il Pensiero Scientifico Editore, 2006pp. 79, euro 8,00) si legge in poco più di un’ora. Quanto basta per rimettere ordine nelle idee, dare una riorganizzata alle informazioni spesso confuse e contraddittorie che si sono rincorse in questo periodo, ma soprattutto per ridimensionare il problema. Che non significa minimizzarlo, bensì riportarlo alle sue vere dimensioni, lontano dalle distorsioni di chi da un lato paventa la catastrofe sanitaria imminente e di chi, dall’altro, giudica l’intera vicenda solo una montatura mediatica a esclusivo fine di marketing. Il tutto, presentato con una punta di senso critico, che non guasta e, anzi, dà valore aggiunto a una lettura che si mantiene equilibrata nella sua chiarezza e semplicità, equidistante dalle parti in gioco.

Scritto a sei mani, a firma di Tom Jefferson, medico epidemiologo, tra i fondatori della Sezione vaccini della Cochrane Collaboration, di David Frati ed Emanuela Grasso, entrambi giornalisti del portale Yahoo! Salute, con la collaborazione di Roberto Manfredi esperto di malattie infettive dell’Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna, il volume offre dapprima uno sguardo panoramico sull’argomento e dà al lettore quei pochi, ma efficaci, elementi che gli servono per inquadrare il tema da un punto di vista medico-scientifico. Si passa poi a un’antologia cronologica dei fatti. E prima di rispondere alle consuete domande frequenti sull’influenza aviaria – per esempio se l’essere umano si può ammalare, se il vaccino esiste, quando arriverà la pandemia e cosa si può fare per contenere l’emergenza -, gli autori si lasciano andare, con cognizione di causa, a qualche ragionamento.

L’influenza aviaria è prima di tutto un problema veterinario. Certamente, è un rischio sanitario, difficilmente quantificabile. Ma è anche un gigantesco affare commerciale, nel quale non mancano interessi di parte. In primis, per le case farmaceutiche che producono farmaci antivirali, di cui decine di paesi hanno fatto scorte imponenti. Salvo poi scoprire, in una revisione degli studi clinici recentemente pubblicata da The Lancet, che l’efficacia degli antivirali è perlomeno limitata, quando addirittura non ne sia del tutto sconsigliato l’utilizzo, come nel caso di amantadina e rimantadina.

L’ex ministro della Salute italiano, Francesco Storace, ha acquistato 30 milioni di dosi del “vaccino che non c’è” per una somma pari a cinque milioni di euro. Dato che nessun esperto al mondo è in grado di dire se, come e quando la pandemia arriverà, né quale sarà la variante genetica virale a compiere il salto di specie, e dato che non esistono, di fatto, armi di difesa già pronte e confezionate contro questo nemico invisibile e mutante, la risposta più saggia al problema aviaria è solo una. E si chiama informazione.

Tom Jefferson, David Frati, Emanuela GrassoAviaria. L’influenza dei polli, Il Pensiero Scientifico Editore, 2006pp. 79, euro 8,00.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here