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Dalll’inositolo promesse contro l’infertilità femminile

(Credits:
milenamphoto/Flickr CC)

La metà delle pazienti che assume l’inositolo torna ad ovulare dopo circa un mese e l’88 % ripristina il ciclo mestruale dopo 3 mesi. Inoltre 7 donne su 10 torna ad avere un ciclo mestruale regolare e il 55% riesce ad avere una gravidanza spontanea. Sono questi alcuni dei dati presentati a Firenze in occasione del World Pediatric and Adolescent Gynecology Congress, durante l’incontro di presentazione su nuovi studi e opportunità terapeutiche per la salute delle donne: “Riflettori puntati sull’inositolo, la molecola della fertilità e non solo”, che dimostrano come questa molecola sia in grado di migliorare la qualità ovocitaria nelle donne e quindi, la fertilità.

Tra le donne, il motivo più frequente di mancato concepimento è rappresentato dalla Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), una complessa patologia che colpisce fra il 5% e il 10% di queste in età riproduttiva, caratterizzata da diverse alterazioni endocrinologiche e metaboliche, in particolare dall’aumento degli androgeni, gli ormoni maschili e si associa all’ insulinoresistenza. Ad oggi, le cure per la PCOS sono diverse, utili a rimuovere solo uno o alcuni sintomi della patologia: dalla pillola anticoncezionale, se non si desidera una gravidanza, ai numerosi farmaci insulinosensibili che normalizzano il ciclo mestruale, riducono gli androgeni e migliorano la funzione riproduttiva sia in senso di ripristino dell’ovulazione spontanea che di miglior risposta alle terapie di induzione dell’ovulazione.

“L’inositolo – ha dichiarato Vittorio Unfer, professore di Ostetricia e Ginecologia all’Università IPUS (Istituzione di Alta Formazione) a Chiasso in Svizzera – ha un effetto positivo sulla funzionalità ovarica ed è utile a correggere i disturbi endocrino-metabolici legati alla sindrome dell’ovaio policistico, quali iperandrogenismo, iperglicemia, aumentata resistenza insulinica. L’inositolo è una molecola che si trova in diverse forme, ma solo due di queste hanno dimostrato dagli studi clinici di essere mediatrici dell’insulina e quindi utili per curare la policistosi ovarica, il Myo-inositolo (MI) e il D-chiro-inositolo (DCI), svolgono il ruolo di secondi messaggeri dell’insulina, con funzioni diverse. Gli studi che abbiamo condotto hanno dimostrato che l’integrazione con MI e DCI in un rapporto fisiologico plasmatico di 40 a 1 ripristina i parametri metabolici delle donne con PCOS più rapidamente, diventando quindi la terapia più efficace in donne con PCOS sovrappeso o obese.”

L’inositolo si trova in natura in alcuni alimenti, tra cui legumi, cereali, frutta. In particolare, la lecitina di soia ne è ricca come anche il riso integrale, il grano saraceno, l’avena e l’orzo. Anche la carne, sia di bovino che di maiale contiene una certa quantità di inositolo. I frutti con maggiore concentrazione di tale sostanza sono le arance e i pompelmi e le fragole, piselli e cavolfiore tra le verdure. È consigliabile quindi, seguire una dieta equilibrata che preveda tali alimenti, abbinata ad attività fisica. In molti casi, alle donne che soffrono di PCOS, è necessaria un’aggiunta con integratori a base di inositolo, che trovano in commercio, anche associati ad acido folico, altra sostanza molto utile in gravidanza.

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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