Categorie: Società

Insegnamento sempreverde

Angeline Stoll Lillard
Montessori. The Science behind the Genius
Oxford University Press 2007, pp.404, euro 29,50

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In tutto il mondo occidentale, dove bisogni principali come istruzione e sanità sono più o meno risolti, si parla di una crisi della scuola e dei possibili rimedi da porre. Le abilità cognitive dei bambini sono sottoposte a stimoli decisamente diversi rispetto a quelli sviluppati dalle istituzioni didattiche, scontando un deficit di aggiornamento che molto spesso si tenta di colmare solo grazie alla rincorsa tecnologica. Un approccio, questo, che non modifica di fatto la cornice culturale e psicologica in cui prendono forma l’educazione e l’istruzione.

Come spiega l’autrice di questo volume bello e denso, negli Stati Uniti le risposte al problema dell’educazione dei bambini hanno seguito fondamentalmente due direzioni. Da un lato, si sono utilizzati programmi “conservatori”, basati sul superamento di test ed esami di vario tipo. In questo modo, però, ci si scontra con la naturale tendenza, da parte degli alunni e degli insegnanti, a lavorare in vista dell’esame stesso, imparando a superarlo. Una tendenza esasperata anche dal legame che alcuni provvedimenti hanno stabilito tra studenti promossi e finanziamenti per la scuola: più studenti passano il test, più la scuola sarà ricca.

La prospettiva opposta è quella maggiormente permissiva, focalizzata sul bambino e sulla loro curiosità. I problemi, in questo caso, sono dovuti al fatto che si può verificare uno scarso apprendimento delle nozioni fondamentali, poiché la mancanza di una solida struttura nei programmi può far andare alla deriva l’insegnamento. Siamo quindi in presenza di un pendolo, sostiene l’autrice, che si muove tra questi due poli: così dopo un periodo di permissivismo, oggi si è tornati verso i test. Inoltre, questi due approcci si sovrappongono ad altri due fattori: la concezione della scuola come una “fabbrica”, e l’idea che la mente del bambino sia una tabula rasa.

All’inizio del Novecento, Maria Montessori sviluppò un altro approccio all’educazione dei bambini, basato sull’idea che la cognizione vada considerata strettamente correlata al movimento, sul beneficio della collaborazione tra i bambini e di questi con gli adulti e che l’ordine che viene stabilito nell’ambiente scolastico sia importante per l’apprendimento. Inoltre, criticò l’uso degli esami, il cui meccanismo di ricompensa e di finalizzazione dello studio toglieva senso ai progressi cognitivi del bambino.

Il libro di Angeline Stoll Lillard, arricchito da molto materiale fotografico, fa il punto sul metodo Montessori e sugli sviluppi cui è andato incontro. In particolare, cerca di mettere in relazione l’empiria della fondatrice con le nuove scoperte della psicologica cognitiva. Si scopre così che, pur senza essere esente da critiche, Montessori grazie alla capacità di osservare i bambini nelle loro interazioni riuscì a ideare un sistema di insegnamento e di apprendimento di grande efficacia, proprio perché estremamente rispettoso dei meccanismi “naturali” e “istintivi” che il bambino è capace di mettere in gioco.

Il libro, uscito per la prima volta due anni fa ma ora riedito con aggiornamenti, è dunque allo stesso tempo un’introduzione alla scuola montessoriana, ma anche a molte delle posizioni odierne sulla psicologia cognitiva. Molto documentato, è una lettura che solo a tratti è adatta ai non addetti ai lavori, ma può aiutare molto sia gli insegnanti che i “decision makers” nell’ambito dell’istruzione.

Luca Passacielo

Admin

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