Se ne sta immobile e sembra quasi che dorma: è la drosophila melanogaster, il moscerino della frutta, che – secondo Nature – potrebbe davvero conoscere le dolcezze del sonno. E cadere addormentato nel bel mezzo di una scorpacciata di mele.
Tale prezioso (per la scienza) moscerino possiede infatti un enzima che regola i livelli dei neurotrasmettitori chiamati monoamine, osservati anche nei mammiferi. E una delle teorie attuali è che, negli esseri umani, il sonno serva proprio ad abbassare i livelli delle monoamnine. Riuscire quindi a capire le funzioni dell’enzima sarebbe di grande aiuto per lo studio dell’insonnia negli uomini.
“E’ possibile – arguisce Giulio Tononi, autore della ricerca – che la perdita di sonno danneggi l’organismo perché non viene interrotto il processo monoaminergetico ”. La composizione genetica della drosophila è un buon modello di riferimento, visto che se ne conosce praticamente l’intera sequenza ed è facilmente riproducibile. Il problema, semmai, è dimostrare che l’insetto stia effettivamente dormendo: impossibile infatti eseguire un elettroencefalogramma su un invertebrato tanto piccolo. Bisogna piuttosto osservarne il comportamento nei momenti in cui è credibile che si sia addormentato; l’immobilità, per esempio, può essere un criterio valido (m.mi.)
Foto di Free-Photos da Pixabay
Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…
Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…
Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…
Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…
L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…
Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Leggi di più
Visualizza i commenti
Salve, vorrei chiedere se potete citare anche le fonti in merito a questo argomento. E magari di tutti gli altri articoli,visto che non ne vedo di citate.
Grazie
Gentile Ilaria, forse le sono sfuggiti i riferimenti a Nature (con link) e all'autore della ricerca Giulio Tononi, di cui si riportano le parole, quelle tra virgolette per intenderci. Una lettura meno frettolosa le svelerà altri arcani riferimenti in ogni articolo pubblicato da Galileo da oltre vent'anni. Buona lettura!