Categorie: Ambiente

Insoliti sospetti

Per la prima volta alcuni inquinanti organici sono state rilevate in mammiferi e uccelli e la lista delle sostanze  pericolose per la salute potrebbe allungarsi. Lo rivelano, in uno studio pubblicato su Science, i ricercatori della Simon Frasen University di Burnaby, (Colombia Britannica, Canada) sotto la guida di Frank Gobas. Gli scienziati hanno infatti scoperto nei mammiferi marini e terrestri, esseri umani compresi, la presenza di alti livelli di alcuni Pops (Persistent Organic Pollutants) mai rilevati prima, accumulatisi attraverso l’alimentazione.

Attualmente, i tossicologi stimano il rischio per gli animali predatori di accumulare queste sostanze a partire dalla loro concentrazione in organismi alla base della rete trofica, secondo il processo cosiddetto di biomagnificazione. Ma i pesci, organismi alla base della rete trofica, non tratterrebbero questi Pops grazie al loro tipo di respirazione. E ciò, ipotizzano gli autori dello studio, spiegherebbe perché queste sostanze non siano mai state prese in considerazione come pericolose per la salute dell’essere umano e dei mammiferi predatori in generale.

Gli effetti di molte di queste sostanze non sono ancora conosciuti, ma il maggior rischio sembra risiedere in quei composti (come i pesticidi Pcb e Ddt) con un alto grado di solubilità nei grassi e nei tessuti idrorepellenti, caratteristica che permette l’innesco del processo di accumulo all’interno degli organismi acquatici e quindi l’entrata nella rete trofica. Per esempio, la stessa concentrazione dell’esacloroesano, un composto del pesticida lindane, si ritrova in alghe, molluschi e pesci, mentre è molto maggiore negli orsi polari. Non solo: una simulazione al computer della dieta degli Inuit del nord del Canada indica che la concentrazione di alcuni di questi composti sarebbe due mila volte superiore a quella degli organismi alla base della rete trofica. Secondo i ricercatori, è necessario un sistema di regolamentazione per tutte le sostanze, anche per quelle a bassa solubilità lipidica. (a.p.)

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