Salute

Integratori di calcio e vitamina D non riducono il rischio di fratture

Assumere integratori di vitamina D e calcio non proteggerebbe le persone anziane dalle fratture delle ossa. A riferirlo, sulle pagine di Jama, è uno studio cinese del Tianjin Hospital che smentisce quindi le precedenti ricerche che evidenziavano la correlazione tra l’assunzione di integratori di calcio e vitamina D e una riduzione del rischio di fratture ossee.

Il tema sui supplementi di vitamina D è alquanto controverso. La letteratura scientifica evidenzia uno stretto rapporto causa-effetto tra la carenza di vitamina D e le fratture ossee. La vitamina D svolge infatti un ruolo fondamentale per la salute delle ossa ed è quindi un’arma preziosa contro l’osteoporosi, ovvero la perdita di densità ossea con un conseguente aumento del rischio di fratture. Per assumerne a sufficienza, servirebbe, in linea generale, l’esposizione ai raggi solari (in grado di sintetizzarla), attività fisica e un adeguato apporto alimentare. A tavola la vitamina D si trova nell’olio di fegato di merluzzo, nel salmone, nel tonno, nelle uova e nei latticini. L’utilizzo degli integratori, invece, è raccomandato solo dopo aver accertato una effettiva carenza, e i pareri riguardo i reali effetti benefici di questi supplementi sono ancora oggi discordanti.

Per chiarire il ruolo degli integratori di vitamina D e di calcio, la nuova review ha analizzato i dati raccolti da 33 studi precedenti, raccogliendo informazioni relative a un totale di oltre 51mila persone di età oltre ai 50. Da risultati è emerso che non vi era alcuna differenza significativa nel rischio di insorgenza di fratture alle ossa tra le persone, sia uomini che donne, che erano stati trattati con integratori di calcio e vitamina D (da soli o in combinazione e in qualsiasi dose), oppure un placebo o che non avevano ricevuto alcun trattamento. “È ora di smettere di far prendere integratori di calcio e vitamina D agli anziani”, spiega l’autore dello studio, Jia-Guo Zhao. “Le linee guida dovrebbero essere cambiate: pensiamo che migliorare lo stile di vita, come fare esercizio fisico, esporsi al Sole e seguire una dieta sana, possa essere più importante che assumere questi integratori”.

Va sottolineato, tuttavia, che ci sono alcune limitazioni al nuovo studio. Tra queste, come precisa alla Reuters Kurt Kennel, specialista in endocrinologia, metabolismo e nutrizione della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota), il fatto che le gravi carenze di calcio o di vitamina D possono contribuire all’osteoporosi e le persone con questo problema sono in genere troppo malate per essere incluse negli studi clinici. Tuttavia, “Un messaggio chiave che non è nuovo, ma viene rafforzato da questo studio è che le donne in menopausa e gli uomini anziani con osteoporosi non dovrebbero intendere l’integrazione di calcio e/o vitamina D come un trattamento adeguato per ridurre il rischio di fratture ossee”, afferma Kennel, sottolineando che quando le persone hanno bisogno di più vitamina D o calcio, dovrebbero per prima cosa, modificare il loro stile di vita.

Riferimenti: Jama

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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