La Calabria trecento metri sotto i mari

Non è un documentario naturalistico su un qualche lontano paradiso esotico. Quello che sarà presentato il prossimo 4 maggio a Roma presso la sede della Società Geografica Italiana è il mare della Calabria, con le sue spugne, distese immense di coralli creduti rari, pesci coloratissimi mai osservati nel loro habitat naturale e nuove specie di molluschi e di altri invertebrati. Un mare inedito, perché queste sono le prime immagini di ciò che si trova dai 50 ai 300 metri di profondità sotto le nostre coste.

Il film, realizzato da Marco Pisapia, è uno dei risultati della missione scientifica Monitoraggio della Biodiversità Marina in Calabria MoBioMarCal– coordinata da Simonepietro Canese dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). “Per la prima volta abbiamo utilizzato un sottomarino a controllo remoto (Rov) dotato di telecamere ad alta definizione in modo estensivo”, ha raccontato Canese: “Lo scopo era conoscere meglio i nostri ambienti sottomarini, per poi individuare le aree su cui concentrare le azioni di tutela. Abbiamo scoperto una biodiversità altissima, inaspettata, pari se non superiore a quella delle zone più superficiali”.

Il progetto di ricerca si è concluso nel 2011 dopo 5 anni di indagini ed esplorazioni. In tutto sono stati perlustrati 200 siti per un totale di 800 chilometri di coste calabre; il robottino è sceso nella cosiddetta zona mesofotica (tra i 50 e i 250 metri di profondità) che, come i ricordano i ricercatori, è la parte meno esplorata delle coste italiane.

La scoperta più sorprendente riguarda il corallo nero (che in ambiente naturale appare bianco per via di una “pelle” che ricopre lo scheletro): “Pensavamo fosse raro nei nostri mari, invece abbiamo trovato foreste di migliaia e migliaia di colonie appartenenti a tre specie, alte fino a un metro e mezzo. Una delle specie, Antipathes dicotoma, finora era quasi sconosciuta: ne avevamo una manciata di frammenti sparsi nei musei”, ha aggiunto Canese. Queste foreste hanno anche migliaia di anni e alcuni coralli arrivano a diametri di dieci centimetri (vedi Galileo, Una foresta nera a largo di Scilla).

Un’altra sorpresa per i biologi è stata osservare isole di biodiversità distanti appena un centinaio di metri, ma completamente differenti l’una dall’altra, nonostante siano alla stessa profondità. Come si spiega? I ricercatori stanno ancora cercando di rispondere a questa e ad altre domande: per molte specie, infatti, la biologia è conosciuta solo nei tratti fondamentali. Un esempio è la gorgonia, che ha queste profondità sembra una specie colonizzatrice i grado persino di ricoprire copertoni.

Il progetto ha fatto da apripista e dopo la Calabria si stanno ora studiando le coste profonde di Campania, Sardegna, Toscana, Sicilia, e Liguria (vedi Galileo, Il corallo che si illumina al tocco), con la collaborazione di molte università italiane. Si tratta di ambienti ancora poco studiati, ma che rappresentano un serbatoio di biodiversità, perché meno soggetti ai cambiamenti climatici. I ricercatori stanno costruendo un database fotografico immenso. Eccone un assaggio.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here