Cinque stelle a Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia e Toscana. Fanalini di coda con una sola stella invece Calabria e Sardegna. Ecco i risultati del primo check up del patrimonio naturale italiano che ha coinvolto ben 428 aree protette, tra cui 114 Parchi naturali regionali, 224 Riserve Naturali regionali e altre 90 aree protette e gli assessorati regionali competenti. Ad assegnare le stelle è stato il Wwf con un lavoro durato circa un anno. Al secondo posto, con quattro stelle Lazio, Marche e le provincie autonome di Trento e Bolzano. Seguono con tre stelle la regione “storica” dei parchi, l’Abruzzo, la Basilicata, il Friuli, l’Umbria e il Veneto. Due stelle alla Puglia, con solo due aree, e alla Lombardia, dove ci sono ben 83 aree protette di cui però quasi la metà risultano prive di gestione o rimaste sulla carta. Per assegnare le “Stelle di qualità ” l’associazione ambientalista ha utilizzato circa 70 indicatori sia per i singoli parchi che per gli Enti regionali. “Sebbene il 10 per cento del territorio nazionale sia destinato a parco, manca ancora una cultura della gestione delle aree protette”, ha commentato Fulco Pratesi, presidente del Wwf. L’indagine ha infatti evidenziato alcuni dati preoccupanti: oltre la metà dei parchi e circa il 43,3 per cento delle Riserve non hanno fondi sufficienti per la gestione ordinaria; nel 16 per cento delle riserve manca un Ente di gestione; clamorosa l’assenza del Direttore, nel 26 per cento dei parchi e nel 57, 6 delle riserve, l’assenza di personale: manca una pianta organica nel 58,5 per cento delle riserve naturali, mentre nel 66,5 non esiste personale dipendente assunto. (l.g.)
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